martedì 4 maggio 2010

2 maggio del 2010

La prova più dura


Una domenica di festa.
Quasi venti cinghiali che si danno appuntamento sulla spiaggia di Solenzara per celebrare la primavera con un super sprint. Per ritrovarsi insieme, sfidarsi, lottare, nuotare nell’acqua di maggio, pedalare in salita per 10 km dando l’anima e poi ancora, non paghi, correre intorno al magico borgo antico di Gorbio, dove il suo olmo secolare – vecchio di quasi trecento anni - e le falesie incantate ed immobili sembrano neppure notare questi omini vestiti di blu che s’affannano, si emozionano, giocano insieme, in pochi intensi istanti di vita, mentre loro, impassibili, hanno lo sguardo rivolto unicamente all’eternità.
Così sarebbe dovuto essere anche oggi, 2 maggio del 2010. Alcune ore rubate alle famiglie, agli impegni, ai pensieri… per ritrovarsi semplicemente tra amici e alla fine sgranare, nella piazza del borgo, intorno all’olmo, sudati e stracchi, le poche manciate di secondi che ci dividono uno dall’altro all’arrivo. Perché viviamo di istanti, istanti carichi di senso ed emozioni e ci facciamo beffe di un albero eterno. Perché siamo tempi di passaggio, siamo tempo conquistato con sudore e passione.
Eppure oggi il tempo si è fermato.
Si è fermato un istante nel momento in cui ci sono sfrecciati accanto un camion e una machina dei pompieri nel silenzio sacro della domenica mattina.
Si è fermato del tutto quando qualcuno, nel parco bici, ci ha detto che Giacomo aveva avuto un incidente ed era grave. L’angoscia è calata sui volti di tutti. Il silenzio. E poi, subito dopo, mille parole, a cercare di capire, ad allontanare il peggio. Dieci minuti e comincia la gara. Chi corre verso l’ospedale, chi rimane, attonito e smarrito. Cinque minuti e comincia la gara. Ma gareggiare che senso avrebbe? Non lo so e non lo capisco, in effetti non ne ho voglia. Il senso di impotenza è opprimente. Sono in costume da bagno, mi sento fragile, inutile, piccolissimo. Poi il senso di colpa m’invade. Giacomo mi doveva portare la muta, sarà stato ingombrato in bici? Se solo fossi passato il giorno prima a prenderla…
Intanto la vita continua il suo corso e tu ti lasci portare. Si cammina sulla spiaggia, si raggiunge il bagnasciuga, mi ritrovo, stupidamente, ad aggiustarmi gli occhialini. Tutti intorno si accalcano, poi si buttano in acqua e il mare, d’un tratto, schiuma e mi pare una tonnara. Anch’io mi lascio andare e cerco conforto nel freddo, nella leggerezza del corpo, mi butto. Nell’acqua ogni rumore si fa sordo, il gesto è meccanico, mentre alla mente il segnale arriva a tratti. Spero che non abbia battuto la testa, la sua bella testa, creativa, che sa cogliere, raccontare e amplificare dettagli e istanti di vita stupendi. Mi stupisco a non avere freddo. Poi il nuoto finisce e la gravità della terra ritorna ad opprimermi, così come il tempo uggioso.
Una dissonanza strana si fa parte di me. Pedalo, sorrido e incoraggio le ragazze del gruppo che affianco. E poi ancora, sorrido e incoraggio i compagni che incrocio nella corsa. Infine il traguardo mi sorprende, troppo presto. L’azione del corpo, il suo sforzo, usati fino alla fine per controllare la paura, finiscono.
Vorrei tanto dover correre ancora.
All’arrivo incrocio lo sguardo d’un bambino perso, dai grandi occhi azzurri, incastonati nel volto di un uomo, amico caro di Giacomo, e leggo la sua angoscia. Chiamo Paolo e Claudio che sono all’ospedale. Le notizie sono poche e poco rassicuranti. Costole e sterno fracassati, polmoni bucati. Rianimazione.
Ora viene l’attesa.
Nascosto all’ombra dell’olmo, come molti altri quella stessa mattina, mi sono finalmente fermato e ho pianto.
La sera, a casa, è la rabbia che domina tutto. Un bastardo di pirata della strada che è pure scappato. Ma la pagherà cara, perché lo troveremo!
Tieni duro Giacomo, non sei solo in questo momento. Sappiamo tutti che sai stringere i denti, soffrire, per poi tagliare il traguardo vincente!
yann

2 commenti:

Andamentolento ha detto...

Ha smesso di piovere . Vado a correre un lungo. A Giacomo non servirà a niente , ma me lo farà sentire più vicino.
In attesa di tornare alla Nizza Cannes insieme , io col mio bracciale di corridore VIP , lui col suo fisico di corridore vero.

Valerio ha detto...

Ha smesso di piovere...un po' di sole, giusto un raggio...Ma un po' di fiducia che pare trapelare. La salita dura è lì a ricordarmi come la corsa sia fatica e sudore...Tu te la saresti sciroppata in metà tempo. Da corridore vero...
Forza cinghiale...