martedì 25 novembre 2008

Il mio "avversario"

Domenica ho imparato che, almeno nel suo significato sportivo, la parola "avversario" è alquanto limitativa. Chiamare "avversario" uno che corre assieme a te la stessa gara è fuorviante. Indica più qualcuno con cui si ha una questione in sospeso, una questione privata fatta di cose evidenti a tutti e di altre note soltanto a te, qualcosa tipo "mors mea vita tua". Invece domenica alla seconda Valmeriade 2008, il duathlon di Vallecrosia, ho imparato che il mio "avversario" non solo è uno come me con la casacca di un altro colore, ma che, anzi, la sua esistenza mi è necessaria come la gara stessa e alla fine dà un senso a tutto il resto.

Vi racconto che è successo.
Domenica 23 novembre 2008 sono andato al Duathlon di Vallecrosia deciso a fare il risultato. Ci credevo davvero. Così deciso che la sera prima a cena dal buon Fabrizio ho bevuto pochissimo vino e non ho mischiato carboidrati e proteine, mentre gli altri cinghiali si sfondavano di picci e brunello. (Simonetta, potrai mai perdonarmi?)
E' che sapevo di stare bene e volevo fare il risultato, una volta tanto. Sapevo già chi avrei trovato alla linea di partenza: tutti i miei amici, i compagni di squadra e anche qualche "avversario". Uno in particolare: quel Guillaume Besnard, il francese dagli occhi di ghiaccio arrivato dal nulla giù al nord per vincere qualche domenica fa a Perinaldo. Sappiamo forse entrambi di essere l'uno l'avversario dell'altro. Ma lui non è uno di quelli che mettono le distanze. Si avvicina cavallerescamente e ci salutiamo cordialmente nell'aria gelata: il Grammondo ha messo il cappello e ci sono 5 gradi.

Al via, nella prima frazione di corsa ci ritroviamo io e lui. Teniamo un bel ritmo e si crea subito un certo distacco. Io sto molto bene e provo a forzare un pochino. Lo sento faticare e rallento. Non avrebbe avuto senso, non sarei riuscito comunque a staccarlo di molto e sarebbe stata una dichiarazione di guerra. In bici mi avrebbe raggiunto e sicuramente staccato: l'ho visto salire a Perinaldo e dar del filo da torcere ai più forti. Così cambiamo assieme e possiamo anche prendercela relativamente calma perchè intanto s'è aggiunto il piemontese Roasio, ma gli altri sono lontani.

Guillaume mi chiede se ci sarà vento contro in valle. Peut-étre, gli dico: in gara il mio francese migliora. Siamo in tre. L'agonismo mi consiglia di non dar troppi cambi, ma lo sport mi fa fare il contrario: siamo in due a tirare e Besnard continua a guardarsi indietro, ha paura che il plotone ci raggiunga. Così ogni tanto mi metto davanti e butto giù qualche dente, anche se in bici ultimamente sono andato pochissimo e le gambe cominciano a friggere dallo sforzo. Poco prima del giro di boa la pendenza aumenta. Guillame si accorge che soffro. Potrebbe alzarsi sui pedali e staccarmi, ma non lo fa. Mi aspetta. Non può essere, mi dico, perchè mi aspetta, dietro c'è un gruppo di ciclisti bordigotti agguerritissimi capitanati da Valmer a un minuto e lui aspetta me. Tiro fuori le energie dalla cena di ieri, scatto e lo raggiungo. Restiamo io e lui. Lo piloto nelle curve più cattive di Soldano, lui si mette davanti nei rettilinei e tiene i 50 all'ora. Ci diamo cambi regolari e teniamo il nostro margine fino al cambio.

In zona cambio lui è un fulmine. A me invece viene un crampo al polpaccio mentre indosso la scarpetta sinistra. Lui se ne accorge, ma adesso non può aspettarmi. Sportivo non vuol dire scemo, e lo capisco. Penso: al suo posto avrei fatto esattamente la stessa cosa. Se ne va, prende i 150 preziosi metri che saranno determinanti. Diventa una gara all'inseguimento. Quei 2,5 km me li ricorderò per sempre. E penso anche lui. Il crampo mi passa al primo giro di boa. Lì c'è Paolo. Non so, forse è stato un suo urlaccio a farlmelo passare. Guillame è sempre lì davanti, una sagoma nera e sottile. Adesso ha da correre tutto il luongomare di Vallecrosia con uno dietro in rimonta. Non lo invidio per niente. Comincio a recuperargli centimetro dopo centimetro. A metà qualcuno mi urla "E' in crisi! E' in crisi! Adesso devi fare lo sforzo! Dai!". Vedo solo lui, non sento più niente, sono un uomo che corre e basta. Allungo il passo gli sono quasi addosso al secondo giro di boa. Ma il vedermi così vicino gli fa tirare fuori le riserve e tiene. Ce l'ho a 50 metri ma non riesco a catturarlo. Si vede che fa fatica, ma è un osso veramente duro.

Gli ultimi 300 metri sono una delle esperienze più belle che lo sport mi abbia mai dato: ci sono quasi, l'ho lì a 5 metri. Tagliamo entrambi la curva prima del park per l'arrivo rischiando di mettere sotto una signora curiosa. C'è la rampa per il parcheggio: a quei ritmi può essere letale. Io la prendo a tutta e mi avvicino ancora. Lui la patisce. Lo sento respirare con la bocca aperta. Dietro arriva Andrea in bici che mi urla di tutto. Ci urla di tutto. Perchè non c'è lingua che tenga, quando soffri capisci anche l'arabo, devi correre e basta.

Immagino quello che allora deve aver avuto dentro Guillaume: straniero in terra straniera, braccato, preda, con un cinghiale di casa dietro a inseguirlo. La sua corsa diventa una fuga, da corridore diventa fuggitivo. Non è più la gara di una domenica, questa è vita. Ora corre con l'energia di base. E' qualcosa ancestrale, la forza che conosce soltanto chi deve sopravvivere e che la maggior parte degli uomini hanno dimenticato. Solo lo sport a volte ce la restituisce. Guillaume tira fuori tutto quello che ha, sta spremendo la sua anima come uno Squizzy. Neppure io scherzo. Voglio raggiungerlo per i miei compagni, abbiamo tutti voglia di gioire assieme e poi, sarebbe bello arrivare a casa con un trofeo, far felice mammà e pavoneggiarmene con gli amici e le donne.

Ma le mie ragioni non sono abbastanza. Mancano 50 metri. Sono in rimonta, ma mi mancano quei 50 centimetri per raggiungerlo. Lui supera il traguardo e cade, come se la vittoria l'avesse colpito. Anch'io mi accascio, abbiamo entrambi un groppo in gola.

Qualcuno arriva a chiedere, Ma chi u l'ha vintu?
Mi alzo, Ha vinto lui, dico. Questo è il mio avversario.








lunedì 24 novembre 2008

TROFEO SAN GENNARO 2008

C'è voluto un anno e un gran numero di gare per arrivare all'inizio della competizione forse più importante all'interno della nostra società, l'ormai famosissimo trofeo San Gennaro!

Da oggi pubblicheremo (fino ad esaurimento) gli scatti pìù competitivi da i quali verrano fuori i tre gradini del podio.

Cominciamo con il vincitore della scorsa edizione:





Foto 1:
Atleta: Kla Mingherlino
Gara: Triathlon Olimpico Tolone
Frazione: Podistica















Procediamo con il secondo gradino del podio della scorsa edizione:







Foto 2:
Atleta: Andreabarca Caffara
Gara: Triathlon SuperSprint Cap D'Ail
Frazione: Podistica

Note: Per una migliore valutazione se ne consiglia l'ingrandimento cliccando 2 volte sulla foto.









Signore e signori un soffritore di razza:










Foto 3:
Atleta: Il Presidente Turchi Valmer
Gara: Podistica il Campanin







Ed ora una new entry:








Foto 4:
Atleta: Ivan Laslandra
Gara: Triathlon Olimpico di Recco
Frazione: Natatoria






Della serie in due si soffre meglio:








Foto 5:
Atleti: Borfiga; Gandolfo
Gara: Triathlon Olimpico Pietra Ligure
Frazione: Podistica











Ora è il turno di un Triathleta di lunga data:











Foto 6:
Atleta: Ivaldi Stefano
Gara: Valmeriade Parte II
Frazione: Ultima















The Girl Power







Foto 7:

Atleta: Grata Pagani

Gara: Triathlon Super Sprint Cap D'Ail

Frazione: Podistica















Un cinghiale di nome e di fatto (già detentore del titolo "Il botto più grosso")



Foto 8:

Atleta: Matteo Codo

Gara: Super Sprint di Castellar

Frazione: Podistica

martedì 11 novembre 2008

Alla conquista di Perinaldo

Ci sono due motivi per trovarsi a Perinaldo in una fredda domenica mattina di novembre.
O siete cacciatori di cinghiale o siete cinghiali.

Nel primo caso, imbracciato il vostro schioppo a pallettoni, indossati anfibi e tuta mimetica, ingollati quattro caffè, due grappini e tanta pazienza, lascerete il bar Paradiso per accucciarvi in qualche umido cespuglio di Monte Bignone, in attesa che i cani stanino la bestia e la radio urli "u l'ariva! U l'ariva!". Pum!

Nel secondo caso siete lì perchè quella domenica, esattamente il 9 novembre 2008, i cinghiali del Ponente triathlon hanno organizzato la prima ciclopodistica di Perinaldo.

Al bar, i due gruppi di avventori si sono squadrati un pochino. Chi arrivava con la doppietta, chi con la bicicletta: due modi diversi di intendere il paesaggio e la domenica mattina. Qualcuno di noi ha pure temuto che, a indossare la divisa del Ponente, con stampigliata la faccia del cinghale STMT, si rischiasse la vita: al giro di boa della corsa c'era una nota posta di caccia.

Poi i cacciatori son partiti e Perinaldo è rimasta ai cinghiali. Al ritrovo per la prima delle Valmeriadi c'era il clima gioviale e piacevole che si vorrebbe a tutte le gare. Nessuno si sente professionista, tutti scherzano sul proprio stato di forma, ci si dà battaglia solo dal via, prima è solo fiato sprecato. Sì perchè il bello delle Valmeriadi è che si è tutti amici. Non sono gare da calendario, corrono di voce in voce agli incroci di Vallecrosia, tra i gruppi di ciclisti sul lungomare a Ventimiglia. Addirittura la voce ha rimbalzato sul Grammondo ed è arrivata, come vedremo, fino a Breil. Valmer e compagnia, bomboletta alla mano, sono in giro a segnare il percorso. Poi si cambiano e in un attimo sono pronti al via. Non si sa dove trovino tutte 'ste energie.

La zona cambio è spartana ma spettacolare: nella piazza dell'oratorio, da una parte la cornice già innevata del Bego e del Marguareis, dall'altra la valle che digrada fino al mare. Cosa vuoi di più?
Si parte. Frazione di trasferimento fino a Vallecrosia alta, passando per Soldano e San Biagio, davanti alla casa di Francesco Biamonti. Stop davanti al treno-museo della canzone italiana, il tempo di abbandonare giacche e giubbotti (su a Perinaldo c'erano solo 7 gradi) e via.
Gli stradisti fanno subito il loro ritmo. Fino a Soldano è un continuo susseguirsi di scatti e sfide: chi resta davanti, chi rilancia, chi parte a rasoio. Difficile tenere buone le gambe per la corsa. Per fortuna le moto della ciclistica Bordighera aprono la strada e fanno un ottimo lavoro.

Attorno scorrono case, mulini, orti. Sembra di correre in un presepe: San Biagio e Soldano con i campanili e l'odore delle case riscaldate per la colazione. Da qualcuna arriva pure profumo di cuniju cun e urive. Sulle banderuole dei campanili c'è ancora qualche stornello, sono gli ultimi, quelli che non si sono ancora decisi a partire.

L'inizio della salita per Perinaldo trova i migliori in testa. Ma c'è una sorpresa. Un ragazzo di Breil, Guillaume Besnard, nome cavalleresco, d'altri tempi, serio e taciturno che pedala assieme a Borfiga e ai migliori bordigotti. Al cambio sono lui e Borfiga a giocarsi la gara a piedi e nelle rampe finali è il francese a spuntarla d'esperienza.
Non so voi, ma a noi in questi casi scatta la curiosità. Abbiamo scoperto un nuovo duellante, uno che darà del filo da torcere a tutti, un possibile cinghiale. Claudio, il nostro P.R., va subito a conoscerlo. Guillaume fa l'insegnante di matematica a Breil, ma i numeri li ha anche per il triathlon. Speriamo di rivederlo presto.

La premiazione è qualcosa di surreale. Tutti insieme nella piazza della chiesa di Perinaldo, sede di tante storiche e rissose Ramesane: chi si mangia un panino e un pezzo di sardenara, chi fa stretching, chi sta sui gradini a godersi il sole e guardare il mare. Bimbi che corrono ovunque con mamme appresso, aspettando i papà triathleti.
Il paese è deserto, il circo oggi siamo noi.

Cronaca sportiva e classifica su: http://www.sanremonews.it/it/internal.php?news_code=74798

Alla prossima Valmeriade, il 23 novembre a Vallecrosia.

lunedì 3 novembre 2008

Ma quando arriva il giro di boa?????

Nonostante le avessimo praticamente prese d'assalto, le previsioni non volevano cambiare: sabato sera insistevano nel dare a Hyere 25 nodi di vento con raffiche fino a 100Km/h...
solo qualche anno fa non avrei avuto dubbi, si carica la macchina si fa il pieno e all'alba si parte, il divertimento è assicurato.
Le cose cambiano però: una volta la macchina l'avrei caricata di tavole e vele da windsurf, oggi di ruote e biciclette; l'unica costante è la muta...

Prima il vero problema era trovare il vento, oggi il vero problema è il vento!

Quando i primi di maggio Kla mi faceva notare sul calendario francese l'inserimento della prima edizione del triahlon di Carqueiranne il 2 di Novembre, sapevamo già che non ce lo saremmo persi per niente al mondo (stiamo diventando dei veri e propri padrini per le nuove gare, solo quest'anno ne abbiamo battezzate 3). Gli avevo dato però quasi per certo che ci sarebbe stato vento, d'altronde quella è una delle zone più ventose del mediterraneo, visto che viene sferzata per quasi 300 giorni l'anno.

Gli organizzatori bravissimi sono stati capaci di studiarsi un percorso incredibile, il più protetto possibile dal vento, dominante in quella zona: il famoso Mistral. Non hanno però fatto i conti con il capriccioso Eolo che, per fargli dispetto, gli ha soffiato contro un bel Levante proveniente esattamente dalla direzione opposta (questa è sfiga) con tanto di mareggiata che li ha costretti ad un Duathlon.
Peccato, erano riusciti a mettere insieme più di 300 iscritti in un triathlon a novembre, ma il pericolo lo conoscevano bene anche loro che quelle zone le vivono tutto l'anno.
Infatti sul volantino della gara spiccava a lettere cubitali che a fine gara si sarebbe estratta una LOOK da crono. L'escamotage ha funzionato, le defezioni sono state pochissime (eravamo tutti pronti anche ad una gara di petanque pur di poter vincere un gioiello come quello) e in più sono riusciti ad ottenere la premiazione più seguita della storia del Triathlon (visto che la bici è stata estratta solo alla fine).

La gara per le prime posizioni è andata via liscia, al via si sono presentati anche veri specialisti della duplice, a dimostrazione che www.meteo.fr lo seguiamo in tanti, ma nulla si poteva contro un Super Marceau reduce da un 5°posto ai mondiali di Xterra alle Hawaii solo sette giorni fa (la forma fisica non è mica una cosa di giornata): senza neanche scaldarsi è partito dalle retrovie per salire in bici già secondo dopo il primo 5mila, durissimo e parzialmente sterrato. Chissà se nonostante la mancanza di sole avrà pensato alla bella Oahu? Una volta salito sulla sua bicicletta se non lo buttava giù il vento restava solo una gara per il secondo posto, e così è stato (che lo sapesse già prima di partire?).

Per i due ponentini MINGHERLIRO e BORSIGA (come da classifica), essendo triathleti puri per non dire podisti scarsi, è stata una gara di rimonta aiutati dal percorso a piedi da veri cinghiali e da una frazione ciclistica teoricamente piatta ma, causa vento,più simile a una cronoscalata,hanno concluso discretamente con un 21° e 57° posto, ma quel che più conta, con la sensazione di aver preso parte all'ennesima bella gara.

P.S.: Ieri mentre pedalavo su una lunga striscia d'asfalto dritta contro vento, mi è sfrecciato affianco un windsurf, ho sorriso pensando che forse ero l'unico in gara ad essere stato portato dalle proprie passioni su entrambe i lati di quella spiaggia, ciò di cui era certo è che in quel momento ero sul quello più faticoso, ma fortunatamente prima o poi arriva sempre un giro di boa.

Paolowind.

Classifiche: http://triathloncarqueiranne.perso.neuf.fr/Resultats.html