lunedì 29 settembre 2008

Lerici, più a levante non si può

Era la gara meno ponentina dell'anno. Ma anche quella che dall'altro lembo di Liguria, suggella una stagione che ci ha dato grandi soddisfazioni.
Non è così immediato raggiungere Lerici dal Ponente. In linea d'aria, paradossalmente, è più vicina la Corsica. E poi puntare il muso a Est, noi abituati ad andare sempre a grattare un po' di west, ci risulta difficile, come pedalare controvento.
Non siamo però rimasti delusi. Nonostante l'innata decadenza del triathlon in Italia, ci sono ancora gare che sono una festa per questo sport.
Lerici è una gara bella perchè vi convergono triathleti sconosciuti, si sentono accenti, espressioni, improperi, imprecazioni nuove: dalla Toscana, dall'Emilia, dalla Lombardia, insomma Lerici sembra proprio il primo avamposto tra la via Aurelia e il West. E poi Lerici è gemellato con Mougins, quindi noi del ponente ci sentiamo subito un po' a casa. Troviamo anche facce amiche: ci sono Stefano e Marco, cellule impazzite del Riviera Triathlon che ancora ci godono a fare uno sprint lontano e non hanno ambizioni ironmaniache o federali; ci sono Beltrami e quelli del Maremola, al gran completo, forse la squadra più numerosa, quando fanno una foto di gruppo sembra l'Octoberfest. Noi del ponente siamo in formazione ridotta ma ci siamo, con due dei nostri migliori cinghiali: l'alfiere Borfiga e il gladiatore Scandi.
Se lo scenario è bellissimo, (la gente disponibile e per nulla disturbata dalla gara, ci sono tantissimi bambini che tifano tutti), la gara è però mediocre, questo ci dispiace dirlo, perchè la giornata e il luogo avrebbero meritato di più. In una mattinata di fine settembre in cui la tramontana ha pulito il cielo e schiacciato il mare come una piscina, a chiunque verrebbe la voglia di partecipare ad un triathlon. Però l'organizzazione decide di rendere la vita veramente difficile a tutti, chiudendo la zona cambio alle 10 e il ritiro di pacchi gara alle 9 e costringendo gli iscritti a levatacce o ospitate clandestine. In qualsiasi altro luogo ciò si sarebbe spiegato con i soliti problemi dovuti al traffico. Ma Lerici è conosciuta per la totale chiusura alle auto del suo centro storico, come dimostra il grande parcheggio in cui bisogna lasciare l'auto (con tanto di schedatura di targa per evitare furbate). E se il sindaco è così disponibile alle manifestazioni sportive come ha dichiarato poi nel suo infinito discorso durante le premiazioni, allora un'altra soluzione più comoda si poteva trovare. Ma questi sono problemi che si possono superare, la gara è la gara, pronti ai posti e via e dimentichi levatacce, parcheggi e divieti. Lì, invece, a complicare le cose ci si mettono i giudici italiani: a fronte di 270 partenti, riescono a organizzare addirittura 3 batterie. Sembra che piaccia in federazione dividere gli atleti in donne, uomini, master, come se non facessero tutti lo stesso sforzo. Se potessero probabilmente farebbero anche statali e precari, scapoli e ammogliati, come alle partite del dopolavoro ferroviario.
"Colpa del drafting - mi dice un francese di Mougins - voi italiani continuate ad ammetterlo e quindi dividete gli atleti in batterie. Noi facciamo partire tutti insieme e ci fidiamo dell'onestà dei
partecipanti."
Devo ammettere che un po' ha ragione. Il risultato di oggi è una gara sfalsata, in cui il pubblico non capisce nulla e addirittura gli stessi dello staff non sanno distinguere quando uno ha finito il primo o il secondo giro della frazione in bici, per cui molti, tra cui il nostro Borfiga :-(, li fanno entrare e poi uscire e poi rientrare nella zona cambio, facendogli perdere secondi e posizioni.
Ma veniamo ai nostri.
Borfiga: pazienza, tutta esperienza.
Dimostra di essere in ottima forma. Uscito bene da un nuoto forse lunghetto e nuotato alla morte dai primi, fa un gran recupero in bici giungendo nelle prime 10 posizioni finchè un'indicazione sbagliata al rientro in zona cambio non gli fa perdere i polpacci dei compagni di pedalata e lo fa concludere al 11 posto dopo una faticosissima rimonta. Impara molte parolacce e complimenti in toscano.

Scandi: soffro ergo sum.
Il nostro Emiliano si presenta ugualmente alla gara nonostante una ferita piuttosto evidente alla gamba procurata dall'incontro amichevole con una roccia del Grammondo durante un allenamento in Mountain Bike per preparare un triathlon in MTB. Ora: io penso che con un po' di Grammondo nel sangue si può andare ovunque. Emiliano lo sa, e poi non è uno da lasciarsi abbattere tanto facilmente. Prende un po' di domopac e fascia la crosta. Indossa la muta e la ferita sparisce, adesso è un pinguino come tutti gli altri, solo più coraggioso. Parte in terza batteria, esce dall'acqua e pedala, ma non riesce a correre perchè in acqua ha preso una botta da un avversario che gli ha procurato un gran mal di testa. Posa la bici e pensa già a correre a casa dal suo bimbo che lo aspetta. La vera discliplina.
Beh, soddisfatti lo stesso. Ci rifaremo domenica prossima a Hyeres, pensiamo, è un mese che nella stazione API si calcolano tempi, si progettano i cambi, il Ponente si prepara a questa gara a squadre, l'unica compagine italiana iscritta al campionato nazionale francese, proprio lo stesso
giorno del campionato italiano. Qualcosa vorrà dire. Ma un sms annuncia che Hyeres l'hanno annullato.
Problemi di traffico. Tutto il mondo è paese.


Paolo e Emiliano prima della partenza
Paolo Borfiga guida il suo gruppo in bici
Un bel primo piano di Emiliano Scandi

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Nonostante tutto lo sprint più bello dell'anno. Per molti (ma non per tutti!) l'ultima gara della stagione, quindi: "chi ha dato ha dato chi avuto ha avuto....." non si deve più dimostrare niente bisogna solo tirare fuori le ultime energie rimaste, un pò come quelli che a capodanno buttano le stoviglie vecchie dalla finestra.

andrebarca78 ha detto...

Bravo Paolo, bella gara!
..Emiliano potrà consolarsi con la sua nuova "Rossa" ;-)