venerdì 12 settembre 2008

I professionisti delle gare minori




Quando di gare c'è l'imbarazzo della scelta, il vero cinghiale sai già dove andrà a parare.
Il primo fine settimana di settembre ad esempio,sembrava che tutto il mondo avesse deciso di venire a correre in provincia di Imperia.

I più si sono sfidati sabato 6 nella Gazzetta Run, garetta impeillettata nel bel mezzo della Notte Bianca Sanremese, da correre con le scarpette basse di Prada o con un paio di snickers pitonate Louis Vuitton, con Aperol al posto di Gatorade ai rifornimenti e un percorso più da prét-a-portèr che da Spaccagambe.
No, assolutamente, non era roba da cinghiali.

Il giorno dopo, domenica 7, a Camporosso c'era la corsa degli Oleandri. Lì, sì, qualche cinghiale potrebbe esserci stato, considerato che non è per nulla una gara facile, dove si corre con le zanne in mostra e visti gli attriti dei locali, la selezione la fanno più i carruggi di Camporosso che l'agguerrita schiera di podisti e simili presente ogni anno.
Ma no, ormai è un appuntamento fisso, basta con le solite facce.

C'era poi il 70.3 di Monaco, ma non è una garetta della domenica, il nostro Erik lo sa bene.
http://www.monaco-ironman.com/

Un calendario di tutto rispetto, quindi. Ma noi sapevamo già da una settimana dove puntare il muso: prima di tutto, sabato sera, bando alla notte bianca e alle paillette e pancia mia fatti capanna a casa Semeria. Il buon Fabrizio e la grande Simonetta sono appena tornati da un viaggio alla scoperta culinaria dei Paesi Baschi. Dopo Marco Polo in Cina non c'è un viaggiatore che abbia scoperto più della combriccola dei Semeria quanto a cibarie e vino. Il sottoscritto, invece, era invitato ad un matrimonio e non porta mai bene non onorare gli sposi, neppure se il giorno dopo hai una gara. E che gara.

Il depliant della Fontan-Saorge-Fontan è assurdamente laconico: "Course de 14,2 km en aller-retour entre Fontan et Saorge".
Quando ci vediamo a Roverino sono le 8.15 di domenica mattina. Claudio e Paolo sono ancora in piena fase digestiva. Lungo la Val Roja, prima di Breil ci scambiamo via rutti i vari menu, io quello nuziale, loro quello di casa Semeria.

A Fontan sta già partendo la gara dei bambini: sono delle cavallette, appena dano il via spariscono dietro una curva. Dopo un po' tornano alla spicciolata, due addirittura si sfidano in una volata lunghissima (uno piange e corre), l'ultimo non sa nemmeno di essere l'ultimo e taglia il traguardo come se avesse vinto. E pensare che da noi in Italia preferiscono metterli davanti alla Playstation.

Noi siamo al riscaldamento. Riscaldarsi in queste garette della domenica è come vivere una scena del Buono il Brutto e il Cattivo. Corricchi per i cazzi tuoi ma intanto ti guardi attorno per vedere se c'è qualcuno che puoi battere o ti può battere. Da certi soggetti ci arrivano sguardi che nemmeno Lee Van Cleef: sono loro, i professionisti delle gare minori. Ci sono dei ragazzi spiritati, ma no, altro che gara, han tirato la nottata e vanno al forno a scoppiarsi di baguettes.
C'è un tipo piccoletto, pieno di orecchini e tattoo che indossa un paio di quei calzettoni di moda oggi, roba che mio nonno userebbe contro la gambarossa per dare il diserbante, ma cui i più attribuiscono capacità taumaturgiche sulle prestazioni podistiche.
Tra di noi parlando viene fuori un "Ah! Ecco Pippi Calzelunghe!". Mai pensare che i francesi non capiscano l'italiano. Ovvero, non lo capiscono quando gli chiedi dov'è la stazione, ma quando li sfotti eccome, sono degli accademici della Crusca. Una tipa cicciona a bordostrada ci ha sentito. E' la moglie(!?) del Pippi Calzelunghe. "Perchè? Voi non usate questi chaussettes?", dice. Per fortuna Claudio è sempre prontissimo: "No, risponde, non abbiamo abbastanza soldi per comprarle..."

Io scruto un tipo del Grasse che mi sembra messo bene fisicamente. Infatti quando partiamo siamo io, lui e Pippi Calzelunghe a fare la gara. La salita comincia subito, non c'è nemmeno il tempo di scaldarsi. In un tunnel si fa dura, il podista di Grasse si stacca e restiamo io e Pippi Calzelunghe. In paese a Saorge la strada sale a ciottoli. Si sente odore di sapone, coniglio e formaggio. Qualche vecchietto al bar applaude. Subito dietro si apre la valle del Rio Bendola. Misteriosa, vergine, umida, sembra ancora inesplorata, un Mato Grosso de nuiatri. Ho poco tempo per contemplarla perchè il Pippi Calzelunghe se ne va in discesa. Ma come, penso, allora i calzettoni della nonna servono, eccome. Io non me la sento di andargli dietro, è troppo ripido e non voglio compromettere la preparazione alla Maratona delle Alpi Marittime, così lo lascio andare. Del resto se lo merita, se è il più forte. E poi la vita a volte ti ricompensa: avrai pure un mostro di compagna, ma almeno sei un "Professionista delle gare minori". E infatti vince.
Io perdo pure il secondo posto perchè nel secondo giro il tipo di Grasse fa una rimonta eccezionale. Sono terzo ma a pochi secondi.

Sono lì che mi asciugo e faccio stretching ed eccola che arriva di nuovo. "Alors Monsieur! Il faut acheter le chaussettes vous aussi!?" E' la donna del campione. "Oui, Madam, oui, le rispondo. Le comprerò per la Befana".
Kla e Paul arrivano insieme poco dopo. Settimo e ottavo o giù di lì.

La premiazione, nonostante ci fossero si e no, 40 persone, è infinita. La Fontan-Saorge-Fontan è alla 25' edizione, ci dice un tipo di Cuneo che lavora all'Asics e fa ultramaratone, una volta era frequentatissima e c'erano più di 200 persone. Gli organizzatori ci sperano sempre, così poi s'inventano i premi perchè avanzano le coppe. Premiano tutti dal primo all'ultimo dei bambini (se lo meritavano proprio), il più giovane, il più vecchio, le donne (2), le categorie. A Kla donano un crest con lo stemma della Region PACA. Chi meglio di lui poteva riceverlo? Conosce questi posti come le sue tasche. Addirittura premiano la prima squadra italiana: ora quel trofeo troneggia imperioso sulla nostra pompa di benzina API, a Vallecrosia.
C'è da mangiare. Una signora tira fuori una torta verde sottile con farina di mais sul fondo. Ne assaggiamo un pezzo e ne seguono subito altri tre.
Ormai lo siamo anche noi, professionisti delle gare minori.
Foto e protagonisti su: http://gillousportsloisirs.over-blog.com/album-1201942.html

3 commenti:

Valerio ha detto...

post come sempre affascinante e da leggere tutto d'un fiato..Io ero all'Oleandro...stringendo i denti e cercando di svegliarmi..(notte bianca con rientro alle 3..)eguaglio il personale! Wow!

dd ha detto...

comunque a Sanremo due cinghiali (scarsi) li hanno visti.

andrebarca78 ha detto...

Grandi!! ..per me un "oleandro" cercando di tenere a bada "giovani" e "vecchi" in grande spolvero..