martedì 16 settembre 2008

PONENTE SOUND

Ci sono molti modi per parlare di sport. E ci sono giornate in cui è veramente difficile farlo. Ma non perchè non si posseggano gli argomenti, quelli bene o male si trovano sempre. A volte è come se la fantasia prendesse il potere su tutte le cose e decidesse di governare in modo che le persone si sentano bene. Con se stesse e con gli altri. Nel triathlon può succedere.


Cap d'Ail, Domenica 14 Settembre. In Italia da alcuni gior
ni sono in corso violenti fenomeni temporaleschi quasi ovunque da Nord a Sud, e le previsioni dicono che continueranno. Da ieri il cielo è coperto e siamo praticamente circondati da nubi nere e minacciose, che non vedono l'ora di scaricare la loro energia al suolo. Il pensiero torna ad una domenica di tre mesi fa, quando sotto l'acqua partiamo per il triathlon di Beaulieau, che non si disputa, e ci ritroviamo in Gouta, ma questa è un'altra storia. Cmq il tempo sembra tenere e l'alba ci sorprende ad osservare dall'alto le luci del Principato, tra grattacieli luminosi, tesori belle epoque e i lavori di un'implacabile trasformazione verso la modernità.

La partenza della gara, per motivi di traffico, è molto presto e quindi la sveglia è stata piuttosto anticipata, ma siamo qua vicini, non vogliamo mancare e ci presentiamo in nove. Si intuisce un bel clima, scherziamo con i cugini del Monaco e del Riviera, si sta bene, sta spuntando addirittura il sole, siamo tutti abbastanza rilassati, l'atmosfera somiglia un po' (il periodo è quello giusto) dopo la pausa estiva. E' stato così anche per noi, molti sono andati in vacanza, alcuni hanno gareggiato in luoghi e distanze diversi, altri come Paolo e Greta, hanno dovuto rinunciare per un po' alla multidisciplina a causa di problemi fisici e vivono l'attesa con la speranza che tutto possa tornare come prima: insomma c'è voglia di ritrovarsi e raccontarsi. Ma il tempo vola, la gara incombe e nei pochi minuti che ci separano dal via bisogna trovare la concentrazione. Qui soprattutto è molto importante perchè questo è uno dei triathlon più corti e partire bene è fondamentale.

Uno sguardo al mare, arriva il sindaco: SI PARTE!

Il nuoto è talmente corto e rapido che sembra incomprensibile, lo capisci all'uscita dall'acqua, quando il cuore non vuol saperne di scendere. Con la bici si sale verso la Moyenne Corniche, passando per il minuscolo borgo di St. Laurent d'Eze, ma la fatica è tale che nessuno se ne accorge. Tutti danno tutto, diventa una piccola crono scalata, e poi giù in picchiata diretti alla spiaggia, a spremere quel poco di succo rimasto per la corsa a piedi. Il percorso è stupendo, quasi tutto sull'antico sentiero costiero, che collega le rocce di Cap d'Ail alle scogliere di Cap Estel e alla marina di Eze. Questo è uno dei tratti meglio conservati, ogni volta mi riprometto di venirci più spesso, ma forse è meglio così, lasciare a questi fugaci passaggi istantanee dai colori mediterranei. Alla fine del tratto litoraneo comincia a vedersi l'imponente punta della diga di Fontevielle, da lì in poi è più semplice, perchè quando la lucidità scoraggia, i punti di riferimento sono molto importanti, e questo ci segnala, meglio di qualsiasi chilometraggio, che è quasi finita.All'arrivo vedo volti felici, siamo contenti, abbiamo terminato l'opera e la sensazione è quella che ognuno di noi sia riuscito a dare il massimo e abbia potuto farlo nel miglior modo possibile.

Un grande Paolo è sesto, confermando la posizione di due stagioni fa, Andrea ottimo settimo di nuovo in forma, Io nono e Valmer (per lui ho finito gli aggettivi) decimo. E' il suo circuito preferito, nell'intensità di questo sali e scendi trova una condizione ideale, e diventa un osso duro per chiunque. Memorabile la prestazione del 2003, quando ci mise tutti dietro, dopo una fuga bellissima. A seguire un Matteo in evidente crescita, Stefano e Ivan due belle conferme, e un ritrovato Emiliano. Arriva anche Greta e il quadro è completo.

Una doccia (per me il solito bagno post-tri) e via a cambiarsi, ci sono le premiazioni. Questa volta possiamo godercele, sono soltanto le undici e per pranzo saremo a casa. Una luce marina e prepotente torna a impadronirsi di questi luoghi.Tra gli applausi dei presenti Valmer vince la categoria e si aggiudica un altro meritato trofeo. Paolo, Andrea ed Io portiamo a casa un insperato successo di squadra, che ci gratifica molto: tutto sommato tranne i due colossi del Var, St. Raphael e Tolone, le altre squadre c'erano tutte. I francesi ci festeggiano e raccogliere il loro apprezzamento ci emoziona. E' una grande gioia per la nostra piccola società.La festa continua. Ci spostiamo al tavolo degli aperitivi. Vedo un numero 51, e non è quello del nizzardo che mi ha superato in salita, ma quello impresso sull'etichetta della bottiglia di Pastis.

Brindiamo, l'ora più veloce dell'anno è finita.

Claudio

Per Vedere le altre foto di domenica: http://picasaweb.google.it/paolo.borfiga/CapDAil#















1 commento:

Renata ha detto...

Mi sono fatta attendere, ma eccomi qua...non potevo non lasciare un commento dopo aver implicitamente esortato Claudio a sbottonarsi di più...
L'immagine che mi ha colpito maggiormente (dirò senz'altro un'ovvietà), quando ho assistito per la prima ed unica volta ad una gara di thriatlon, è stata la partenza della prima frazione, quella a nuoto... siete veramente spettacolari...sembra di vedere una mattanza, quando i tonni infilatisi nella camera della morte capiscono che ormai è finita, per voi invece è solo cominciata. Quando scrivi che avete nuotato senza capire più niente, è quella immagine che mi torna davanti agli occhi.
Ma quante gare avete fatto quest'estate? Siete instancabili! Come fate? Noi oggi siamo arrivati ad Alassio in bici e le rampe di Villaguardia al ritorno mi sembravano interminabili!
Ancora e sempre complimenti!
Renata