martedì 12 ottobre 2010

Perché fare un Ironman?


Non lo so. Credo che se te lo devo spiegare, tu non lo possa capire. Un po’ come l’alpinismo, il paracadutismo o gli ultratrail. Certe cose o le senti dentro o non ci sono parole che ti possano chiarire il perché di certe scelte.

So solo che una sera, questo inverno, sono entrato in cucina, i ragazzi erano a tavola e Marta cucinava.
“Papà per i suoi 50 anni vuole un regalo!”
Mi guardano divertiti. Proseguo- “Voglio provare a fare un Ironman!”
I ragazzi dicono “Figo!” Gli occhi di Marta diventano ancora più grandi e verdi del solito, è l’unica che capisce subito.
“OK se ti fa piacere provaci”
“Grazie”

Questo vuol dire che alla sera arriverò a cena quando arriverò, le Domeniche e le prossime vacanze andranno usate per gli allenamenti e lei (Marta, ndr) dovrà sobbarcarsi molti giri di consegna\ritiro figli in più.

Il giorno dopo entro nella macelleria di Stefano e gli annuncio: ” devi allenarmi per l’Ironman di Barcellona”

Gli avessi chiesto un’orata fresca e un aragosta non avrebbe fatto la stessa faccia stupita.
Mi dice subito che è impossibile, che morirò o durante gli allenamenti o durante la gara, protesta per un bel po’… poi comincia a pianificare gli allenamenti.
E tutto ha inizio…

Premetto una cosa, molti mi hanno raccontato di avere trovato la forza di finire l’Ironman pensando a quanti gli avevano detto che non ce l’avrebbero fatta, io, nei momenti di crisi, ho trovato aiuto nel pensiero di quanti hanno creduto in me e già solo questo è stato splendido e mi ritengo fortunato.

Ho avuto vicino amici come Enrico, Michele, Ciccio che mi hanno aiutato negli allenamenti più lunghi, scortandomi su e giù per l’Aurelia, fino a conoscere a memoria la strada da casa alla galleria di Albenga… miiii che palle che si devono esser fatti anche loro!!!

Ma veniamo alla gara, raramente prima di una scadenza importante ho avuto lo stomaco in mano come prima di questa gara!!! Sono arrivato a sognare di trovarmi con la muta, bagnato, nel centro di una sala da pranzo di un albergo in Spagna con tutti che mi guardavano… avevo sbagliato strada nel nuoto!!!

Finalmente sono a Calella, ritiro il pacco gara e mi presento al briefing in inglese, non sono abituato a sentirmi un nanerottolo, ma sono al tavolo con la squadra norvegese… e mi sento Mammolo! Bici da crono incredibili, ruote lenticolari caschi a goccia… mi sento fuori posto… aspetto che salti fuori il Ragionier Filini dell’Ufficio Sinistri che mi prenda con lui…

6 del mattino, ultimo controllo alla bici, sono il numero 200, il 201 è un commercialista di Bologna, l’ho appena incontrato, dopo poco lui e il suo socio Beppe mi sembrano vecchi parenti… questo è l’Ironman.
Ci avviciniamo alle gabbie di partenza, è ancora buio, mi sono perso a Pietra (Miglio Marino di Pietra Ligure, ndr) in piena luce… qui finisco in Marocco dai parenti di Aziz (un nostro ex tesserato, ndr)…
Mi giro, i norvegesi si tengono abbracciati in silenzio, ascoltano il rumore del mare… questo è l’Ironman.

Pronti…VIA!

La prima bracciata è speciale, non ho mai nuotato questa distanza, l’acqua mi sembra meno salata, il fondo si vede bene, PANICO\PAURA che è sta roba??? Una medusa grossa come un pallone da calcio!!! Te posseno… ma dai il nuoto scorre, sorpasso qualcuno coi crampi, faccio per fermarmi (sono pur sempre un medico) ma ci sono già le canoe dei soccorsi.
La riva, mi alzo in piedi e cado all’indietro perché scivolo, Marta crede che sia svenuto!!! La tranquillizzo, mi fa una foto con la macchina spenta!!! è un po’ tesa…

Mi cambio al volo e parto in bici, passa un treno e un imbecille mi tira una lattina di birra… vuota!!! Proprio imbecille!!! Ma non doveva essere un piattone??? I primi 15 Km sono sali e scendi continui, per dare un’idea ho toccato in discesa i 52 km\h senza pedalare, poi inizia un falso piano a salire di circa 40 km ovviamente in controvento… si recupera al ritorno…Grande tifo lungo la strada, giudici sempre presenti a controllare il no draft, tutto bene fino a 150 km poi iniziano i crampi alle cosce, mi tiro dei pugni che mi decontraggono, osservo le facce stupite di un gruppo di tifosi polacchi… pensano che mi stia prendeno a colpi nelle palle… mi gridano qualche cosa… non capisco il polacco… gli ultimi 10 km mi appare Winnie the Pooh… lo aspettavo da un po’, mi vuole rivelare il quarto segreto di Fatima… gli dico che è un pettegolo e andiamo avanti così fino alla zona cambio…

Mi vesto per la maratona e parto, 400 metri e mi rendo conto che ho dimenticato il pettorale!!! Torno in dietro, frugo e non lo trovo, rabbia, poi eccolo, riparto, ho perso 10 minuti e fatto 800 metri in più e compare improvvisamente il Cane Puffoente (per chi non lo conoscesse ecco il link)!!! Mi morde polpacci e cosce e non mi mollerà per tutte le 5 ore di maratona! L’Ironman inizia qui.
Inizio a correre ma partono i crampi e devo alternare, corro fino ai primi sintomi e poi cammino, devo fare 42 km, si attraversa la periferia, si entra in campagna e si raggiunge un altro paese, si torna indietro, il tutto per 4 volte.

Non so perché lo sto facendo o forse si… ma ci deve sempre essere un perché? Improvvisamente un pensiero, il ricordo di un sorriso che mi manca da 10 anni, lei avrebbe capito perché lo faccio, magari non l’avrebbe approvato, ma l’avrebbe capito… a 50 anni ripenso alla nonna… questo è l’Ironman.

C’è una ragazza spagnola in piedi in mezzo alla strada, ci resterà per tutta la gara, ha una tromba e una bandiera e fa un tifo scatenato per tutti. Al primo giro vedo solo i suoi capelli neri lunghi, al secondo giro vedo che non ha le gambe. Ha due protesi. Non smetterà un momento d’incitare tutti, specialmente chi non ce la fa più… questo è l’Ironman.

E’ sera, il tratto di strada in campagna è completamente buio, piccole luci gialle a distanza di 20 metri indicano la strada, non vedi dove metti i piedi, ma c’è un francese, ha più di 60 anni è tutto il giorno che è li, prima a dorso nudo, poi in canottiera, poi col maglione, incita tutti e indica l’ostacolo di una piazzola… non fa parte dell’oraganizzazione ma resterà li fino all’ultimo… questo è l’Ironman.
E’ il mio ultimo giro. Passando ai tavoli dei ristori ringrazio tutti i volontari. Sono stati splendidi. Sono stupiti, mi ringraziano loro e vogliono stringermi la mano… a tutti i tavoli la stessa scena… questo è l’Ironman.

Tappeto rosso. Ultimi 100 metri. Ce l’ho fatta, guardo il cronometro ufficiale non ci credo! Sono sotto le 14 ore (13h 39′), urlo, la folla mi incita, dò il 5 a tanti, temo anche qualche schiaffone stile “Amici miei”. Passo il traguardo.

Mi mettono al collo la medaglia. Bacio mia moglie a cui vorrei dare la medaglia per… mille motivi.
Mi attacco al telefono, chiamo tanti amici per ringraziarli, ho Facebook pieno di splendidi messaggi, 1 km a piedi e rientro in albergo, prima della doccia voglio scrivere una parola: GRAZIE.
Ora sono a casa, mi sono pesato e sono 8 etti in più di quando son partito?!? in gara ho mangiato 2 panini al prosciutto, uno alla nutella, 5 gel grossi, 2 piccoli, uno alla caffeina, 1 fiala di guaranà, 4 barrette glucidiche, 1 proteica , 5 banane e bevuto tanta ma tanta coca-cola… anche il rutto libero è Ironman!

Che è ‘sto odore??? Forse è meglio che mi tolga la maglia da finisher, è da domenica che non la levo manco di notte.

Ciao,
Franco.

1 commento:

Anonimo ha detto...

Grande Franco!!!!! Complimenti per l'impresa e per il resoconto. Un giorno raccogliendo insieme tutti i tuoi racconti potresti pubblicare un bellissimo libro di vero sport.