Qualcosa
dentro ci ha convocati all’appuntamento, là dove il destino di alcuni di noi è
stato segnato.
Qualcosa che
mi diceva “avanti, forza, prova a
dimenticare un po’ di tristezza”.
“Roquebrune è una bella gara. Così deve essere”.
“Roquebrune è una bella gara. Così deve essere”.
E così
senza stare troppo a riflettere io e Stefano ci siamo presentati al via,
insieme a molti di noi che hanno avuto la stessa voglia di ricominciare.
Per
non fermarsi di fronte a un alibi, di fronte a una paura che forse a troppi di
noi sta sbarrando il percorso.
“Roquebrune è una
bella gara”… Grazie, Cla, ti ho sentito e visto ovunque domenica. Quando alla partenza tra le onde mi dicevi “brava hai avuto i c…..i”, e uscendo
dall’acqua per ultima sorridevo agli applausi, perché i più applauditi sono
sempre i primi e gli ultimi. Quando in bici ce l’ho messa tutta per raggiungere
altri altleti su per la Turbie…pensavo a quanto era bello esserci, sentire il
respiro affannato e provare a dare il meglio, a ogni livello. La voglia di primeggiare lascia lo spazio
all’ascolto interiore quando sai che fai parte delle retrovie, e allora
via…corri Morena, corri incontro alla paura e alle angosce e ridendo trasforma
tutto in energia e forza, voglia di continuare.
Grazie a Ivan, Paolo, Stefano I, Ste, Daniele, Andreone e
Eric. Bella storia domenica.
E Cla ti ho visto di nuovo ridere di gusto quando alle
premiazioni ho ricevuto la coppa prima di categoria! Beati gli ultimi…
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