mercoledì 31 dicembre 2008

Grande Ivan

Eccolo finalmente......il nuovo detentore del titolo San Gennaro del 2008:




















Da domani si inizia un nuovo anno e un nuovo trofeo!!!!

Auguri a tutti!

sabato 20 dicembre 2008

E' qui la festa!

Cara Fitri, Comitato Regionale Ligure,
ci piacerebbe tanto partecipare alla Festa del Triathlon Ligure da voi organizzata per domenica 28 dicembre 2008 a Genova.
Ci piacerebbe molto, ripeto, ma è troppo lontano. Si tratterebbe per noi, per la nostra piccola società, di percorrere una distanza incompatibile con le nostre possibilità.

Ci toccherebbe colmare il distacco che molti di noi hanno voluto frapporre tra il proprio modo di intendere lo sport e la politica che gestisce il proprio sport.
Si tratta quindi, ormai l'avrete capito, di una distanza più ideologica che chilometrica.

In Italia e ancor più in Liguria, la geografia delle opinioni conta ormai molto di più che quella delle cartine. Questo purtroppo avviene anche nel triathlon. Ci sono città, infatti, che, pur essendo a due passi da noi, sono molto più vicine a Genova. Sanremo, ad esempio, è molto più vicina di quanto si possa pensare. Ma dista anni luce dalla nostra piccola Bordighera.

Questa distanza consiste soprattutto nel fatto che il triathlon è una multidisciplina ma consta "soltanto" di nuoto, ciclismo e corsa. Il nostro obiettivo, quello per cui ognuno di noi si allena tutto l'anno trascurando spesso lavoro, affetti ed altre ambizioni, è quello di partecipare alle gare che sogniamo per mesi. Ogni altro scopo, da quello narcisistico dell'esibizione del primato, a quello della raccolta di consensi a fini politici interni alla Federazione, non ci interessa. Riteniamo infatti che per quest'ultimo sia necessario un talento speciale che siamo certi di non avere. Preferiamo così allenarci per duathlon triathlon e maratone, piuttosto che correre dietro a fantomatiche poltrone.

C'è anche un altro motivo. Per noi il triathlon non ha davvero frontiere. Forse a Boccadasse nessuno ci conosce, ma provate ad andare a Tolone, a Hyeres, ad Antibes, a Manosque, a Cap D'Ail, a Saint Raphael, a Montecarlo. Sicuramente si ricorderanno dei cinghiali. Alle gare li sentivi gridare "Allez le bleus". E che sorpresa: incitavano noi! I francesi sono come le loro gare: sanno bene come scremare lo sport e la passione dal resto. Nel nostro primo anno di vita siamo stati alfieri di un modo di intendere lo sport che fa onore a tutta l'Italia e anche alla Fitri naturalmente. Prima, anche solo tre anni fa, c'erano gare in cui non volevano iscriverli "les italiens". Nel 2008 c'è stato uno di noi in praticamente tutti i triathlon da marzo in poi, addirittura nel durissimo Montecarlo.
Ma per questo non esiste un premio nel vostro novero. Anzi, il vosto rank è ancora ottusamente studiato per premiare chi partecipa a gare piatte e draftizzate, organizzate in luoghi per noi davvero lontani geograficamente, in cui tra l'altro, il vero spirito della disciplina non dico si è perduto ma si è fortemente ridotto ad una gara podistica. E a questo alfabetizzate i giovani.

Siamo una piccola società, appena nata, ma con già in bacheca un titolo regionale olimpico e diversi ottimi piazzamenti. Per noi è già un trionfo, è già una festa.
Un caro saluto e un augurio per un 2009 con più gare e meno parole.

mercoledì 17 dicembre 2008

Cursa(..o forse meglio dire "Zuppa"..) di Natale


..inutile nascondersi, sapevamo tutti benissimo che saremmo finiti sotto l'acqua..

Era da tempo che, seguendo l'idea lanciata dal buon Elio, podista nonchè "personaggio" del Ponente, si organizzava una presenza massiccia di Ponentini alla "Cursa di Natale", classica podistica di fine anno, in quel del Principato di Monaco.
Elio ci teneva davvero, aveva persino proposto di correre tutti assieme per poi scattare una bella foto di squadra sotto lo striscione; bella manifestazione di affetto del "vecchio saggio" nei confronti del gruppo..che però doveva fare i conti con un meteo ultimamente tutt'altro che clemente.

Appuntamento ore 8:30 sotto casa del presidente..

..la mattina ci svegliamo con cielo nero e minaccioso, strade bagnate..Insomma condizioni che non invogliano certo a indossare pantaloncini e maglietta, mettersi le scarpette e farsi un bel 10mila sotto l'acqua..però..Elio ci teneva, la sera prima aveva promeso che si sarebbe presentato all'appuntamento con qualsiasi condizione meteo, siamo cinghiali e poi un po' d'acqua cosa avrebbe mai potuto farci?

Colazione e via! All'apuntamento il presidente si presenta giusto per dirci che vista "la bella giornata di sole", assieme ai fedelissimi, avrebbe optato per una sana nuotata in piscina, mentre il gruppo dei "podisti" Daniele, Elio e Silvio, erano presentissimi e pronti a divertirsi;mi aggrego.

Nell'avvicinarsi a Monaco, le condizioni peggiorano, inizia a piovere, anche bene..
Nell'andare a ritirare i pettorali, assistiamo al bello spettacolo della gara dei ragazzini che era in programma subito prima di quella degli adulti.Anche loro non ci avevano pensato due volte e nonostante la pioggia, erano comunque al via, per "giocare" alla Cursa di Natale.Complimenti!
Nel frattempo arrivano anche Giancarlo e Yann, neo acquisti Ponentini, che non hanno saputo resistere al richiamo del pettorale, come Davide, altro podista del gruppo che incrocerò al giro di boa..

Alla partenza, mi guardo attorno, siamo tanti, molti più di quanto la pioggia facesse sperare, c'è un bellissimo clima di festa, tante facce conosciute..

La corsa scorre via liscia, l'ascesa al castello del Principe con quei gradoni distanti, fa sempre una bella selezione, in cima incontro Giancarlo, come al solito autore di una delle sue "partenze caute"..
La pioggia non dà per niente fastidio, sembra strano ma chi ha provato, può confermarlo..addirittura a tratti sembra piacevole.L'unico fastidio è l'asfalto a tratti scivoloso, a tratti completamente allagato.
Rimango rapito dalla tanta gente che incurante del meteo, affascinata dalla corsa, si fermava lungo il percorso ad applaudire questa manica di pazzi che si rincorrevano sotto l'acqua..questione di cultura sportiva..

Negli ultimi chilometri, mi metto a far sul serio,siamo in gara, un po' bisognerà pur soffrire, raggiungo Simone Roasio, un ragazzo piemontese che aveva partecipato al duathlon organizzato a Vallecrosia, chiudendo in terza posizione; lo riconosco da dietro, ha una corsa particolare, come ogniuno di noi d'altra parte..lo chiamo, si volta, mi riconosce ed allunga..Un ragazzo che correva al mio fianco, non gradisce la mossa, ritenendola una "strategia poco furba",mah..
Manca poco, giusto il tempo di una lunga volata, di tagliare il traguardo a pochi cm da Simone e di fermarmi, cosa che più mi piace, a scambiare due parole con i miei compagni di fatica.
Vorrei aspettare Elio, Daniele, Silvio e gli altri del gruppo, ma piove, e sarebbe come garantirsi un bel raffreddore..
Ci rivediamo al parcheggio della macchina, anche loro, come me, sono sorridenti, sereni, soddisfatti e felici di esserci stati.
Un'altra bella mattinata di sport!

Il giorno dopo, le classifiche della corsa, ci diranno che eravamo ben 858 partenti!

Caffara Andrea 32'58" - 33esimo
Bari Giancarlo 34'37" - 67esimo
Raimondo Davide 38'22" - 192esimo
Ballestra Yann 39'13" - 229esimo
Camillo Daniele 41'37" - 347esimo
Forini Silvio 41'48" - 357esimo
Bagnasco Elio 44'14" - 445esimo

Da segnalare che la corsa, accorciata per motivi di sicurezza, misurava (secondo il mio gps) 8760metri.. ecco spiegato il perchè di tempi tanto veloci!

martedì 9 dicembre 2008

1° Maratona del Mare: più maratone, meno poltrone!

In 42 km hai tempo per riflettere su tutto. Ti vengono in mente le cose più strane. Di quando eri piccolo e ciccione e volevi vincere la corsa della Villetta di Beusi: nemmeno 2 km non competitivi (facevano vincere i neonati in carrozzella, pfù!) e invece dallo sforzo per poco non mi veniva un infarto.
Pensi a tua nonna che mentre corri sta a casa a cucinare la sardenara. A dove saranno i tuoi amici che corrono con te, prima, dopo, dove. A dove sono quelli che ti hanno insegnato che cosa vuol dire correre, ai mille discorsi fatti nelle trasferte. Pure alle formiche. Che se ne fregano e, mentre corri, camminano sulla tua ombra sul muro.

L'ultima cosa che mi viene in mente, quando corro una maratona, è il budget che hanno speso per organizzarla, è il pacco gara e se dentro ci abbiano messo la marmellata di fichi o una foglia di cicoria.

Queste cose le lascio pensare ai maratoneti delle poltrone.
Domenica scorsa, 8 dicembre 2008, ho corso la 1° Maratona del Mare. E' stata una scelta un po' di necessità un po' di virtù. Perchè non sono riuscito a iscrivermi alla Nice-Cannes a causa della chiusura a 10 mila iscritti. Ma anche perchè ci tenevo a "correre in casa" e a onorare questa manifestazione, consapevole di tutti gli sforzi che ci vogliono per organizzare un tale evento qui da noi nel Ponente Ligure. Potevo andare a Firenze la domenica prima. La gamba c'era e avrei corso una maratona prestigiosissima. Di sicuro avrei avuto l'imbarazzo della scelta, in Italia e all'estero per correre. Invece ho deciso di correre a Sanremo perchè quella gara ha un significato: correre sulla nuova pista ciclabile è un po' come siglare una liberazione del Ponente, un affrancamento dalle logiche che hanno dominato i nostri posti per anni. Potevano costruirci, farci un'altra inutile Aurelia bis. Invece lì la gente oggi ci può correre e godere una volta per tutte del proprio territorio.

Per esperienza, so cosa vuol dire organizzare una manifestazione di tale livello a Sanremo. Vorrei così dare la mia opinione rispetto alle critiche comparse su Il Secolo XIX alla manifestazione di domenica. Non le condivido perchè le credo ispirate più dagli interessi personali di chi le ha mosse che da sani principi sportivi. E' facile contestare una nuova iniziativa senza tener conto delle difficoltà che si incontrano nell'organizzarla. Organizzare una maratona è una cosa dura almeno quanto correre la Maratona stessa. Ancor più, come nel caso della 1° Maratona del mare, se si considera che nel frattempo il comune è stato commissariato ed è mancato il suo appoggio. E poi, reperire fondi e sponsor per una manifestazione che non sia calcio, in Italia e in Liguria è difficile. Nessuno vuole scommettere più di tanto. Il concetto di sport è quello italiano, lontanissimo da quello della vicina Francia, dove la gente si sgola anche per il 130° che passa. Qui se ne fregano.
La critica più grave tra quelle mosse dai detrattori è poi quella che riguarda gli atleti, definiti "di secondo se non terzo piano". Oltre che falsa (1.04 sulla mezza e 2.19 sulla maratona sono tempi elite) questa affermazione è davvero indice di una cattiva educazione allo sport. Da chi gestisce una squadra e soprattutto un settore giovanile, si pretenderebbe un rispetto maggiore per il gesto sportivo in senso assoluto, che sia compiuto da un podista della domenica che da un professionista.

Ma chi corre davvero non si lamenta. Ogni gara è una storia a sè. L'acqua è uguale se te la danno da una fontanella che da una Levissima. Anzi, quella dell'AAMAIE è di sicuro più buona e costa meno. Datemi solo acqua del rubinetto. Il pacco gara riciclato? Il rinfresco terminato? Ho conosciuto decine di piemontesi felici di essere in gara solo perchè domenica 8 dicembre, ad Asti, ad Alba, a Carrù, c'erano -4°C.

Ogni critica ha la sua legittimità. E va commisurata alla sua fonte. Io penso che questa manifestazione non vada castigata sul nascere, ma anzi. Smettiamola di fare i soliti liguri e coltivare i nostri orticelli.
O, nel caso specifico, corriamo più maratone, invece di correre dietro alle poltrone.

giovedì 4 dicembre 2008

Riunione

Venerdì 05 (domani) sera alle ore 21 ci vediamo tutti in sede, si procederà al ritessermento dei soci e all'affiliazione di chi non è ancora dei nostri.
Ci sarà anche la possibilità di provare le divise da Bici.
Ciao a tutti.

lunedì 1 dicembre 2008

SI MAGNA.............


Tutti a Perinaldo, questa volta non per soffrire ma per godere, per una volta le gambe le mettiamo sotto al tavolo!

Domenica sera 14Dic. si mangia tutti insieme al "Ristorante au Gaggian"di Perinaldo.


Per informazioni e prenotazioni rivolgetevi al solito Benzinaio Api.

martedì 25 novembre 2008

Il mio "avversario"

Domenica ho imparato che, almeno nel suo significato sportivo, la parola "avversario" è alquanto limitativa. Chiamare "avversario" uno che corre assieme a te la stessa gara è fuorviante. Indica più qualcuno con cui si ha una questione in sospeso, una questione privata fatta di cose evidenti a tutti e di altre note soltanto a te, qualcosa tipo "mors mea vita tua". Invece domenica alla seconda Valmeriade 2008, il duathlon di Vallecrosia, ho imparato che il mio "avversario" non solo è uno come me con la casacca di un altro colore, ma che, anzi, la sua esistenza mi è necessaria come la gara stessa e alla fine dà un senso a tutto il resto.

Vi racconto che è successo.
Domenica 23 novembre 2008 sono andato al Duathlon di Vallecrosia deciso a fare il risultato. Ci credevo davvero. Così deciso che la sera prima a cena dal buon Fabrizio ho bevuto pochissimo vino e non ho mischiato carboidrati e proteine, mentre gli altri cinghiali si sfondavano di picci e brunello. (Simonetta, potrai mai perdonarmi?)
E' che sapevo di stare bene e volevo fare il risultato, una volta tanto. Sapevo già chi avrei trovato alla linea di partenza: tutti i miei amici, i compagni di squadra e anche qualche "avversario". Uno in particolare: quel Guillaume Besnard, il francese dagli occhi di ghiaccio arrivato dal nulla giù al nord per vincere qualche domenica fa a Perinaldo. Sappiamo forse entrambi di essere l'uno l'avversario dell'altro. Ma lui non è uno di quelli che mettono le distanze. Si avvicina cavallerescamente e ci salutiamo cordialmente nell'aria gelata: il Grammondo ha messo il cappello e ci sono 5 gradi.

Al via, nella prima frazione di corsa ci ritroviamo io e lui. Teniamo un bel ritmo e si crea subito un certo distacco. Io sto molto bene e provo a forzare un pochino. Lo sento faticare e rallento. Non avrebbe avuto senso, non sarei riuscito comunque a staccarlo di molto e sarebbe stata una dichiarazione di guerra. In bici mi avrebbe raggiunto e sicuramente staccato: l'ho visto salire a Perinaldo e dar del filo da torcere ai più forti. Così cambiamo assieme e possiamo anche prendercela relativamente calma perchè intanto s'è aggiunto il piemontese Roasio, ma gli altri sono lontani.

Guillaume mi chiede se ci sarà vento contro in valle. Peut-étre, gli dico: in gara il mio francese migliora. Siamo in tre. L'agonismo mi consiglia di non dar troppi cambi, ma lo sport mi fa fare il contrario: siamo in due a tirare e Besnard continua a guardarsi indietro, ha paura che il plotone ci raggiunga. Così ogni tanto mi metto davanti e butto giù qualche dente, anche se in bici ultimamente sono andato pochissimo e le gambe cominciano a friggere dallo sforzo. Poco prima del giro di boa la pendenza aumenta. Guillame si accorge che soffro. Potrebbe alzarsi sui pedali e staccarmi, ma non lo fa. Mi aspetta. Non può essere, mi dico, perchè mi aspetta, dietro c'è un gruppo di ciclisti bordigotti agguerritissimi capitanati da Valmer a un minuto e lui aspetta me. Tiro fuori le energie dalla cena di ieri, scatto e lo raggiungo. Restiamo io e lui. Lo piloto nelle curve più cattive di Soldano, lui si mette davanti nei rettilinei e tiene i 50 all'ora. Ci diamo cambi regolari e teniamo il nostro margine fino al cambio.

In zona cambio lui è un fulmine. A me invece viene un crampo al polpaccio mentre indosso la scarpetta sinistra. Lui se ne accorge, ma adesso non può aspettarmi. Sportivo non vuol dire scemo, e lo capisco. Penso: al suo posto avrei fatto esattamente la stessa cosa. Se ne va, prende i 150 preziosi metri che saranno determinanti. Diventa una gara all'inseguimento. Quei 2,5 km me li ricorderò per sempre. E penso anche lui. Il crampo mi passa al primo giro di boa. Lì c'è Paolo. Non so, forse è stato un suo urlaccio a farlmelo passare. Guillame è sempre lì davanti, una sagoma nera e sottile. Adesso ha da correre tutto il luongomare di Vallecrosia con uno dietro in rimonta. Non lo invidio per niente. Comincio a recuperargli centimetro dopo centimetro. A metà qualcuno mi urla "E' in crisi! E' in crisi! Adesso devi fare lo sforzo! Dai!". Vedo solo lui, non sento più niente, sono un uomo che corre e basta. Allungo il passo gli sono quasi addosso al secondo giro di boa. Ma il vedermi così vicino gli fa tirare fuori le riserve e tiene. Ce l'ho a 50 metri ma non riesco a catturarlo. Si vede che fa fatica, ma è un osso veramente duro.

Gli ultimi 300 metri sono una delle esperienze più belle che lo sport mi abbia mai dato: ci sono quasi, l'ho lì a 5 metri. Tagliamo entrambi la curva prima del park per l'arrivo rischiando di mettere sotto una signora curiosa. C'è la rampa per il parcheggio: a quei ritmi può essere letale. Io la prendo a tutta e mi avvicino ancora. Lui la patisce. Lo sento respirare con la bocca aperta. Dietro arriva Andrea in bici che mi urla di tutto. Ci urla di tutto. Perchè non c'è lingua che tenga, quando soffri capisci anche l'arabo, devi correre e basta.

Immagino quello che allora deve aver avuto dentro Guillaume: straniero in terra straniera, braccato, preda, con un cinghiale di casa dietro a inseguirlo. La sua corsa diventa una fuga, da corridore diventa fuggitivo. Non è più la gara di una domenica, questa è vita. Ora corre con l'energia di base. E' qualcosa ancestrale, la forza che conosce soltanto chi deve sopravvivere e che la maggior parte degli uomini hanno dimenticato. Solo lo sport a volte ce la restituisce. Guillaume tira fuori tutto quello che ha, sta spremendo la sua anima come uno Squizzy. Neppure io scherzo. Voglio raggiungerlo per i miei compagni, abbiamo tutti voglia di gioire assieme e poi, sarebbe bello arrivare a casa con un trofeo, far felice mammà e pavoneggiarmene con gli amici e le donne.

Ma le mie ragioni non sono abbastanza. Mancano 50 metri. Sono in rimonta, ma mi mancano quei 50 centimetri per raggiungerlo. Lui supera il traguardo e cade, come se la vittoria l'avesse colpito. Anch'io mi accascio, abbiamo entrambi un groppo in gola.

Qualcuno arriva a chiedere, Ma chi u l'ha vintu?
Mi alzo, Ha vinto lui, dico. Questo è il mio avversario.








lunedì 24 novembre 2008

TROFEO SAN GENNARO 2008

C'è voluto un anno e un gran numero di gare per arrivare all'inizio della competizione forse più importante all'interno della nostra società, l'ormai famosissimo trofeo San Gennaro!

Da oggi pubblicheremo (fino ad esaurimento) gli scatti pìù competitivi da i quali verrano fuori i tre gradini del podio.

Cominciamo con il vincitore della scorsa edizione:





Foto 1:
Atleta: Kla Mingherlino
Gara: Triathlon Olimpico Tolone
Frazione: Podistica















Procediamo con il secondo gradino del podio della scorsa edizione:







Foto 2:
Atleta: Andreabarca Caffara
Gara: Triathlon SuperSprint Cap D'Ail
Frazione: Podistica

Note: Per una migliore valutazione se ne consiglia l'ingrandimento cliccando 2 volte sulla foto.









Signore e signori un soffritore di razza:










Foto 3:
Atleta: Il Presidente Turchi Valmer
Gara: Podistica il Campanin







Ed ora una new entry:








Foto 4:
Atleta: Ivan Laslandra
Gara: Triathlon Olimpico di Recco
Frazione: Natatoria






Della serie in due si soffre meglio:








Foto 5:
Atleti: Borfiga; Gandolfo
Gara: Triathlon Olimpico Pietra Ligure
Frazione: Podistica











Ora è il turno di un Triathleta di lunga data:











Foto 6:
Atleta: Ivaldi Stefano
Gara: Valmeriade Parte II
Frazione: Ultima















The Girl Power







Foto 7:

Atleta: Grata Pagani

Gara: Triathlon Super Sprint Cap D'Ail

Frazione: Podistica















Un cinghiale di nome e di fatto (già detentore del titolo "Il botto più grosso")



Foto 8:

Atleta: Matteo Codo

Gara: Super Sprint di Castellar

Frazione: Podistica

martedì 11 novembre 2008

Alla conquista di Perinaldo

Ci sono due motivi per trovarsi a Perinaldo in una fredda domenica mattina di novembre.
O siete cacciatori di cinghiale o siete cinghiali.

Nel primo caso, imbracciato il vostro schioppo a pallettoni, indossati anfibi e tuta mimetica, ingollati quattro caffè, due grappini e tanta pazienza, lascerete il bar Paradiso per accucciarvi in qualche umido cespuglio di Monte Bignone, in attesa che i cani stanino la bestia e la radio urli "u l'ariva! U l'ariva!". Pum!

Nel secondo caso siete lì perchè quella domenica, esattamente il 9 novembre 2008, i cinghiali del Ponente triathlon hanno organizzato la prima ciclopodistica di Perinaldo.

Al bar, i due gruppi di avventori si sono squadrati un pochino. Chi arrivava con la doppietta, chi con la bicicletta: due modi diversi di intendere il paesaggio e la domenica mattina. Qualcuno di noi ha pure temuto che, a indossare la divisa del Ponente, con stampigliata la faccia del cinghale STMT, si rischiasse la vita: al giro di boa della corsa c'era una nota posta di caccia.

Poi i cacciatori son partiti e Perinaldo è rimasta ai cinghiali. Al ritrovo per la prima delle Valmeriadi c'era il clima gioviale e piacevole che si vorrebbe a tutte le gare. Nessuno si sente professionista, tutti scherzano sul proprio stato di forma, ci si dà battaglia solo dal via, prima è solo fiato sprecato. Sì perchè il bello delle Valmeriadi è che si è tutti amici. Non sono gare da calendario, corrono di voce in voce agli incroci di Vallecrosia, tra i gruppi di ciclisti sul lungomare a Ventimiglia. Addirittura la voce ha rimbalzato sul Grammondo ed è arrivata, come vedremo, fino a Breil. Valmer e compagnia, bomboletta alla mano, sono in giro a segnare il percorso. Poi si cambiano e in un attimo sono pronti al via. Non si sa dove trovino tutte 'ste energie.

La zona cambio è spartana ma spettacolare: nella piazza dell'oratorio, da una parte la cornice già innevata del Bego e del Marguareis, dall'altra la valle che digrada fino al mare. Cosa vuoi di più?
Si parte. Frazione di trasferimento fino a Vallecrosia alta, passando per Soldano e San Biagio, davanti alla casa di Francesco Biamonti. Stop davanti al treno-museo della canzone italiana, il tempo di abbandonare giacche e giubbotti (su a Perinaldo c'erano solo 7 gradi) e via.
Gli stradisti fanno subito il loro ritmo. Fino a Soldano è un continuo susseguirsi di scatti e sfide: chi resta davanti, chi rilancia, chi parte a rasoio. Difficile tenere buone le gambe per la corsa. Per fortuna le moto della ciclistica Bordighera aprono la strada e fanno un ottimo lavoro.

Attorno scorrono case, mulini, orti. Sembra di correre in un presepe: San Biagio e Soldano con i campanili e l'odore delle case riscaldate per la colazione. Da qualcuna arriva pure profumo di cuniju cun e urive. Sulle banderuole dei campanili c'è ancora qualche stornello, sono gli ultimi, quelli che non si sono ancora decisi a partire.

L'inizio della salita per Perinaldo trova i migliori in testa. Ma c'è una sorpresa. Un ragazzo di Breil, Guillaume Besnard, nome cavalleresco, d'altri tempi, serio e taciturno che pedala assieme a Borfiga e ai migliori bordigotti. Al cambio sono lui e Borfiga a giocarsi la gara a piedi e nelle rampe finali è il francese a spuntarla d'esperienza.
Non so voi, ma a noi in questi casi scatta la curiosità. Abbiamo scoperto un nuovo duellante, uno che darà del filo da torcere a tutti, un possibile cinghiale. Claudio, il nostro P.R., va subito a conoscerlo. Guillaume fa l'insegnante di matematica a Breil, ma i numeri li ha anche per il triathlon. Speriamo di rivederlo presto.

La premiazione è qualcosa di surreale. Tutti insieme nella piazza della chiesa di Perinaldo, sede di tante storiche e rissose Ramesane: chi si mangia un panino e un pezzo di sardenara, chi fa stretching, chi sta sui gradini a godersi il sole e guardare il mare. Bimbi che corrono ovunque con mamme appresso, aspettando i papà triathleti.
Il paese è deserto, il circo oggi siamo noi.

Cronaca sportiva e classifica su: http://www.sanremonews.it/it/internal.php?news_code=74798

Alla prossima Valmeriade, il 23 novembre a Vallecrosia.

lunedì 3 novembre 2008

Ma quando arriva il giro di boa?????

Nonostante le avessimo praticamente prese d'assalto, le previsioni non volevano cambiare: sabato sera insistevano nel dare a Hyere 25 nodi di vento con raffiche fino a 100Km/h...
solo qualche anno fa non avrei avuto dubbi, si carica la macchina si fa il pieno e all'alba si parte, il divertimento è assicurato.
Le cose cambiano però: una volta la macchina l'avrei caricata di tavole e vele da windsurf, oggi di ruote e biciclette; l'unica costante è la muta...

Prima il vero problema era trovare il vento, oggi il vero problema è il vento!

Quando i primi di maggio Kla mi faceva notare sul calendario francese l'inserimento della prima edizione del triahlon di Carqueiranne il 2 di Novembre, sapevamo già che non ce lo saremmo persi per niente al mondo (stiamo diventando dei veri e propri padrini per le nuove gare, solo quest'anno ne abbiamo battezzate 3). Gli avevo dato però quasi per certo che ci sarebbe stato vento, d'altronde quella è una delle zone più ventose del mediterraneo, visto che viene sferzata per quasi 300 giorni l'anno.

Gli organizzatori bravissimi sono stati capaci di studiarsi un percorso incredibile, il più protetto possibile dal vento, dominante in quella zona: il famoso Mistral. Non hanno però fatto i conti con il capriccioso Eolo che, per fargli dispetto, gli ha soffiato contro un bel Levante proveniente esattamente dalla direzione opposta (questa è sfiga) con tanto di mareggiata che li ha costretti ad un Duathlon.
Peccato, erano riusciti a mettere insieme più di 300 iscritti in un triathlon a novembre, ma il pericolo lo conoscevano bene anche loro che quelle zone le vivono tutto l'anno.
Infatti sul volantino della gara spiccava a lettere cubitali che a fine gara si sarebbe estratta una LOOK da crono. L'escamotage ha funzionato, le defezioni sono state pochissime (eravamo tutti pronti anche ad una gara di petanque pur di poter vincere un gioiello come quello) e in più sono riusciti ad ottenere la premiazione più seguita della storia del Triathlon (visto che la bici è stata estratta solo alla fine).

La gara per le prime posizioni è andata via liscia, al via si sono presentati anche veri specialisti della duplice, a dimostrazione che www.meteo.fr lo seguiamo in tanti, ma nulla si poteva contro un Super Marceau reduce da un 5°posto ai mondiali di Xterra alle Hawaii solo sette giorni fa (la forma fisica non è mica una cosa di giornata): senza neanche scaldarsi è partito dalle retrovie per salire in bici già secondo dopo il primo 5mila, durissimo e parzialmente sterrato. Chissà se nonostante la mancanza di sole avrà pensato alla bella Oahu? Una volta salito sulla sua bicicletta se non lo buttava giù il vento restava solo una gara per il secondo posto, e così è stato (che lo sapesse già prima di partire?).

Per i due ponentini MINGHERLIRO e BORSIGA (come da classifica), essendo triathleti puri per non dire podisti scarsi, è stata una gara di rimonta aiutati dal percorso a piedi da veri cinghiali e da una frazione ciclistica teoricamente piatta ma, causa vento,più simile a una cronoscalata,hanno concluso discretamente con un 21° e 57° posto, ma quel che più conta, con la sensazione di aver preso parte all'ennesima bella gara.

P.S.: Ieri mentre pedalavo su una lunga striscia d'asfalto dritta contro vento, mi è sfrecciato affianco un windsurf, ho sorriso pensando che forse ero l'unico in gara ad essere stato portato dalle proprie passioni su entrambe i lati di quella spiaggia, ciò di cui era certo è che in quel momento ero sul quello più faticoso, ma fortunatamente prima o poi arriva sempre un giro di boa.

Paolowind.

Classifiche: http://triathloncarqueiranne.perso.neuf.fr/Resultats.html

venerdì 24 ottobre 2008

Dove osano i cinghiali

La prima edizione della ciclopodistica di Perinaldo si terrà il 9 Novembre nell'omonimo paese situato al termine della vallata di Vallecrosia già conosciuta per il classico duathlon di fine stagione.

Il ritrovo e l'inizio delle iscrizioni avverà alle ore 8 al Bar Paradiso (ex benzinaio) situato in strada San Romolo.

ore 8:30 apertura zona cambio, allestita nella piazza antistante il municipio (vedi foto).
ore 9:15 partenza trasferimento.

ore 9:30 inizio gara.


La frazione ciclistica inizierà all'incrocio delle scuole Vallecrosia o meglio conosciuto come L'incrocio della Fassi (non si sà mai che l'anno prossimo ci sponsorizzi), la distanza da percorrere sarà di 12Km con l'impegnativa scalata di 5,4km al 6,7% di pendenza media che ci porterà in zona cambio. Da qui avrà inizio la frazione podistica di 6Km che si snoderà tra vigne e carruggi per finire nella piazza della chiesa.







L'altimetria dell'asperità di giornata.

mercoledì 22 ottobre 2008

Classica d'autunno

Si è svolta domenica la prima edizione del Triathlon du Cap Siciè.Gara che ha sancito la fine della stagione agonistica per quanto riguarda la ligue regional del sud-est francese. Una manifestazione riuscita, che si ritaglierà senz'altro negli anni una nutrita schiera di affezionati.Percorso molto bello, che si snoda a cavallo tra le penisole di Cap Siciè e St. Mandrier, caratterizzate da improvvisi cambi di pendenza a picco sul mare. Al via erano presenti circa 300 atleti tra cui i migliori specialisti francesi e un "elite" italiano. Vista l'importanza dell'avvenimento non potevano mancare due ponentini. Gara molto bella, vinta da un imprendibile Marceau che ha inflitto un notevole distacco agli inseguitori, due grandi della disciplina quali Show e Mazure. A sorpresa (ma non troppo) uno dei due cinghiali si è piazzato per una posizione davanti all'"Elite"* italiano, rispettivamente 23° e 24°.

Cos'è successo?Niente, Borfiga ha compiuto l'ennesima prodezza, dimostrando ancora una volta, (se ce ne fosse bisogno) che il sistema del triathlon in Italia, come abbiamo potuto anche vedere ai recenti giochi olimpici, è tutto da rivedere. Ci siamo divertiti e ormai risulta sempre più evidente che in Costa Azzurra e Liguria il nostro sport sta assumendo connotati sempre più netti e precisi. E soprattutto il clima ci aiuta a praticare la triplice quasi tutto l'anno.


A presto, Claudio


*A fine gara squalificato per probabile scia e declassato al 287° ed ultimo posto.


Classifiche:http://redaction.triathlete.fr/post/2008/10/21/Resultats-%3A-Triathlon-du-Cap-SIcie-Var-19-octobre







lunedì 20 ottobre 2008

Per Terra

...non ho mai scritto sul nostro blog, un po’ per incapacità dialettiche, un po’ perché le mie imprese sportive da poter raccontare di quest’ultimo anno assomigliano più a quelle di un maiale piuttosto che a quelle di un cinghiale senza tante musse. Forse però due righe sono d’obbligo in questo momento, soprattutto tenendo conto di ciò che il top cinghiale s.t.m. Borfiga ha voluto condividere con tutti noi… L’11 ottobre ad Avigliana c’ero anche io o quantomeno per un po’ ci sono stato anche io… Ero in macchina con Paolo sulla nostra cara A10, ero con lui quando puntualmente ha sbagliato strada, regalandomi un bellissimo giro nei quartieri più malfamati di Torino (se siamo arrivati a destinazione lo dobbiamo ad un albanese), ero con lui al ritiro pacchi gara dati dalla Cortassa, con lui quando furtivamente ha mangiato la sua rituale crostata mattutina e sempre con lui quando libretto di manutenzione alla mano cercavamo di capire come mettere la ruota posteriore della nostra mtb!!! Fin lì tutto bene, ero in scia non lo mollavo…vestiti uguali (anche se a me il body sta meglio) stessa bici mtb, persino il caschetto aveva gli stessi colori!!! Poi succede quello che non ti aspetti….o che speri non avvenga!! Un los tigros ci invita a provare il percorso…”facciamo solo i 2 km iniziali” ci dice!!! Certo, i giri da fare erano solo 3…… perché QUELLA salita non farla una volta in più??? Li, ancora prima di mettermi la cuffia e gli occhialetti, li finisce il mio xterra…e li comincia la bellissima avventura di Paolo!! 2km di bici in spalla, tra gradini, radici, rocce, fango….10kg di alluminio da portarsi sulle spalle, con i pedali che ti entrano nei fianchi e la corona che ti incide la pelle (questo Paolo, perché io su quella salita avevo anche un zavorra di 6kg in più da portarmi dietro…6kg in più, duramente ottenuti grazie ad omogeneizzati e pappette non finite dal mio piccolo erede…) La giornata è stupenda e la zona cambio è bellissima. Come tutti i tapascioni, anche io indosso la muta che mancano 30min allo start, quindi ho un po’ di tempo per andare nella zona dove si cambiano i “big” e dove di diritto si cambia Paolo…. Tutti parlano di esperienze passate, di soglia, tutti si “lubrificano” con la vasellina, controllano forcelle, regolandone compressione e rilascio…..Paolo è seduto, ascolta in silenzio e con la testa credo che sia già alla seconda boa!!! I 2 giri da 750mt a nuoto passano regolari per tutti, nonostante i 17 gradi dell’acqua (se cosi si può chiamare, visto il colore)…. L’entrata al secondo giro è con un tuffo da un piccolo molo in legno, li poco prima di esibirmi in un plastico volo, butto un occhio davanti a me al gruppetto dei primi. Non riconosco Paolo, ma so che è li, nei primi 10….. Credo di vedere anche un pesciolino, ma forse sono solo i primi segnali dell’imminente ipossia. Il mio primo giro in bici passa che le lampadine sono quasi spente ed al secondo quando camminando mi accorgo di aver forato non ho neanche la forza di cambiare la camera d’aria…è un sollievo!!! Finalmente posso vedere Paolo in azione…visto che in genere quando arrivo lui è sempre già lavato e vestito!!! Lo vedo passare per quello che è il suo 3° giro in bici, non riesco a rendermi conto di che posizione abbia….però sta bene, non ha segni sul body (era il suo più grande problema, rovinare la divisa di gara)…entra in zona cambio, passa davanti a me ma non mi vede…… Esteticamente, con tutti quei peli, non si può dire che sia un fotomodello, però è bello da vedere… E’ stanco sicuramente ma il gesto tecnico della corsa non ne risente…1min e sparisce per quelli che a suo dire sono stati i km della frazione a piedi più dura che abbia mai corso…. A fine gara si scoprirà che tranne il 1°, tutti gli altri hanno in parte camminato… Arriva il primo che vince in 2h ½ , poi il secondo….non ci sono sprint finali, i tempi sono dilazionati come mai avviene in una gara di triathlon olimpico…arriva il terzo che si accascia al suolo…….il 4° (finisher ironman pochi giorni prima)….il 5°, 6°……9° e poi lo speaker annuncia che sta arrivando un Cinghiale del ponente BORFIGA Paolo, 10° classificato assoluto!!!! Parole e commenti sono superflui e non renderebbero l’idea di ciò che è riuscito a fare Paolo nell’xterra di Avigliana….. Torniamo a casa, Paolo felice ma stanco (con 25 euro di premio in denaro in più, e una quindicina di barrette al sesamo sapientemente sottratte al tavolo del ristoro) io sicuramente meno stanco ma altrettanto felice per aver vissuto in prima persona qualcosa di veramente bello… Durante il viaggio arriva sul suo cell un sms … lui sorride quasi imbarazzato..”6 un grande triathleta” recita il testo…… Domani è un’ altro giorno, Paolo si riposerà…..dice, ma non ci crede neanche lui, c’è un altro grande triathleta che lo aspetta per un “giretto” in bici fino a Nizza!!! Emiliano Scandi

giovedì 16 ottobre 2008

Valmeriadi 2008

Pierre de Frédy, barone di Coubertin (Parigi, 1 gennaio 1863 – Ginevra, 2 settembre 1937), è stato un pedagogo e storico francese. Un signore alto, serio e robusto, con un bel paio di baffi a manubrio, dai quali uscivano motti e sentenze, come "L'importante è partecipare".




Valmer Turchi, presidente del Ponente Triathlon. E' un benzinaio dell'API di Vallecrosia, anche lui fisico prestante, serietà assoluta, baffi da cronometro e vena aforismatica: "Senza tante musse", è la sua frase tipica.

Ecco, oltre ai baffi, questi due personaggi hanno ben più in comune: se il primo è conosciuto per essere il fondatore delle moderne Olimpiadi, il secondo è non meno famoso per aver inventato le Valmeriadi.
Le Valmeriadi sono due gare che in Francia definirebbero "Avenir" categoria che in Italia non si sognano nemmeno di inventare: servono a quelli che vogliono avvicinarsi alla multidisciplina per conoscersi meglio e a quelli che la praticano già per divertirsi da matti.

Per disputare le Valmeriadi però, non bisogna attendere quattro anni. I delusi di Pechino potranno rifarsi in Val Verbone domenica 9 novembre e domenica 23 novembre 2008. Vediamo le gare nel dettaglio:

Valmeriade di Perinaldo

Il 9/11 ci si ritrova tutti insieme per la prima valmeriade a Perinaldo. Come si deduce dalle immagini (tratta da www.marziamontagna.it/liguria.htm), si tratta di un percorso che si presenta completamente pianeggiante, con qualche piccola asperità, ma dal panorama che merita davvero. Chi è veloce in bicicletta, può dare tutto nella cronoscalata di Perinaldo, tenendo conto però che poi dovrà affrontare 5 km nei carrugi del borgo del grande astronomo Cassini, cercando possibilmente di non vedere le stelle.




Valmeriade di Vallecrosia

Il 23/11 appuntamento per la tradizionale podistico-ciclistica di Vallecrosia.
5 km di corsa sul lungomare, con una bella cornice di pubblico.

15 km in bici fino a Soldano e ritorno. Chi fa la scia non è figlio di Maria

2,5 km di corsa fino all'arrivo.

Focaccia, sardenara e bibite per tutti.


Le gare di solito vengono disputate con qualsiasi condizione climatica, etilica e pancreatica.
Chiunque voglia partecipare si presenti munito di certificato medico. Per informazioni: paoloborfiga@hotmail.com; giarevel@libero.it

L'importante è partecipare: senza tante musse!

lunedì 13 ottobre 2008

Un'altra splendida avventura!!!!!


Due cinghiali al via: Emiliano e Paolo, l'habitat era quello giusto i boschi intorno ad Avigliana. Volevamo debuttare in un Tri con le ruote "grasse", l'abbiamo fatto, ma quanta fatica!!!

Andare a spasso per i boschi in Mtb è divertente, portare invece la bici a spasso per gli stessi boschi un pò meno, ma fa tutto parte del gioco.
I paesaggi sono stupendi e in questo tipo di gare ho capito che si ha tutto il tempo di gustarseli, le ore volano ma solo le gambe se ne accorgono!
I partecipanti hanno fisici massicci non portano orologi men che meno cronometri, chiedono solo a che ora farà buio. Staranno scherzando spero!

Il Triathlon oggigiorno sempre più si trasforma da sport di resistenza a sport di velocità, ad Avigliana ho capito cosa vuol dire "resistere".

Un grazie va a chi fa sì che queste gare possano esistere: http://torino3.it/avigliana leggete queste poche righe per capire quanta passione è seminascosta dietro una splendida giornata.

Altre foto qui: http://picasaweb.google.it/paolo.borfiga/XterraAvigliana#

giovedì 2 ottobre 2008

Finale a sorpresa..

..perché è stato sorprendente, non appena arrivati in zona cambio, constatare assieme agli altri Ponentini che, nonostante fossero solo alla seconda edizione, gli organizzatori del Super Sprint di Castellar avessero fatto un così magnifico lavoro!Curato tutti i dettagli, creato un clima incredibilmente rilassato e festoso, regalato una fantastica mattinata di sport!


..perché quando 5 cinghiali sono saliti su quella che all’unanimità, dopo pochi secondi, è stata definita l'ammiraglia del Ponente Triathlon, per raggiungere la

piazzetta di Castellar e andare a ritirare pacchi

gara e preparare la zona

cambio, mai avrebbero pensato che si sarebbero divertiti tanto..

Ha proprio ragione chi dice che la Panda, se non ci fosse bisognerebbe inventarla!

Con il buon Ivan a fare da pilota, ci siamo inerpicati sul percorso bike che da lì a poco avrebbe messo a dura prova le nostre articolazioni..

L’amico Remo, che con l’andare del tempo è sempre meno principe bianco-rosso e sempre più cinghiale bianco-azzurro, a fare da navigatore;sul “divano” posteriore, “comodissimi”, avvolti in pregiati tessuti con tanto di schienale reclinabile a seconda della pendenza, Claudio, Matteo ed io, che ascoltavo divertito, i loro commenti nel vedere la fatica che la nostra ammiraglia faceva per arrampicarsi sulle rampe del percorso.

Atterrati nel centro di Castellar, riusciamo perfino ad infilarci nella via chiusa al traffico che porta alla zona cambio, sotto lo sguardo sconvolto del presidente che costretto ad una retromarcia da capottamento, ci fa segno che questa volta ci avrebbero arrestati..



..perché una frazione di secondo dopo il “via”..rimedio una gomitata dall’armadio a 4 ante che mi precede, mi si levano gli occhialini e capisco che oltre alla bici e alla corsa, pure il nuoto sarebbe stato in salita ..potere dei Francesi!


..perché una volta arrivato in cima alle Colombier, nel primo tornante di una discesa bellissima quanto difficile, memore delle superpieghe con cui poche ore prima, Valentino Rossi si era aggiudicato il suo ottavo titolo iridato, arrivo troppo forte e nel tentativo di inserire l’anteriore, mi si chiude il manubrio e l’abbraccio con l’asfalto è inevitabile.. Per me era la prima volta, e devo ammettere che credevo fosse meno antipatico..

Per fortuna niente di grave, anche se ne avrei volentieri fatto a meno, non ci penso due volte, con

l’aiuto di

Romina e di mio papà, recupero i pezzi che ho seminato nel tornante, controllo di essere tutto intero, torno in

sella, e concludo una buona seconda frazione. Cinghiali si nasce..


..perché durante la corsa, incrocio uno ad uno gli altri ponentini, e sono certo che se avessi avuto una fotocamera, qualcuno avrebbe seriamente ipotecato il trofeo San Gennaro edizione 2008!!



..perché nonostante siamo compagni di squadra e la pensiamo spesso alla stessa maniera, alla notizia improvvisa che la gara “par equipes”, in calendario per domenica 5 ottobre in quel di Hyeres, era stata cancellata, riusciamo ad avere reazioni assolutamente diverse; le “figure istituzionali” della squadra presidente e vice, facevano le capriole dalla felicità..io avevo quasi una lacrima dal dispiacere..



..perché vedere alla partenza di una “garetta del paese” gente che con il triathlon ci vive o ci è vissuta rende l’idea di come sia sufficiente mettere passione nell’organizzare le manifestazioni, perché queste diventino ambite e rinomate!..e visto il livello dei partenti, non rimango troppo stupito del mio 13esimo posto finale pur avendo migliorato il tempo dello scorso anno di oltre 3 minuti (allora finii settimo..)


Complimenti a tutti i Ponentini, perché a Castellar abbiamo fatto un’ altra bella figura..ci siamo divertiti e abbiamo fatto ancora una volta gruppo..e che gruppo!






Concludiamo con i numeri..

Andrea (il Valentino Rossi de noi atri) 13esimo in 48’11”

Remo il maratoneta travestito da centometrista 26esimo in 50’42”

Claudio il gladiatore delle mille distanze 29esimo in 51’27”

Valmer il presidente mai domo 31esimo in 51’47”

Stefano in grande spolvero 40esimo in 53’21”

Ivan l’ambrogio dell’ammiraglia Ponentina 47esimo in 54’12”

Matteo in versione “botto di capodanno” 79esimo in 1h00’40”



..perché arrivato a casa, nel sistemare gli attrezzi del mestiere, pensavo che mi sono divertito così tanto in questo primo anno da cinghiale, che di chiudere la stagione qui, proprio non se ne parla..

Quindi mano al calendario..per me il lungo inverno può aspettare.

Andrea ;-)

Il Ponente c'è....‏

Domenica 28 settembre in una giornata soleggiata si è svolta a Menton le 2eme supersprint di Castellar .Un triathlon che si distingue da molti altri per la sua distanza molto corta ma molto impegnativa.Il Ponente si muove alle prime ore del mattino, siamo in 6 alcuni di noi raggiungono il porto di Menton in bici altri in macchina ma tutti con l'obbiettivo di divertirci dando il meglio di noi.
Non manca il momento più comico della giornata quando decidiamo di salire al paesino di Castellar per ritirare il pacco gara con un Pandino rosso sfuocato che negl'anni ne ha passate di tutti i colori ma che mai poteva immaginarsi (se avesse avuto un cervello) di dover trasportare 4 cinghiali + 1 pellegrino del Monaco fino in cima alla piazza.Le pendenze si fanno sentire il motore viaggia in soglia già dal primo km. A ruota la punto di Valmer più giovane più sprintosa non si può mollare, forza e onore.Ce la facciamo arriviamo dritti in piazza tutti salvi. Grande Panda promossa da Cla vettura S.T.M.
Il tempo vola ci troviamo già tutti in riva al mare pronti a scatenare l'inferno, tutti fermi tutti zitti anche i pianeti più lontani per un'attimo smettono di ruotare. Pronti via si nuota senza respiro fino alla fine. Usciamo dall'acqua ci ritroviamo tutti insieme alla zona cambio di li in poi ognuno di noi fa la sua gara su per quelle pendenze che viste al contrario ti fanno soffrire di vertigini. Dieci km di pura salita e qualche tratto in discesa che non bastano manco per farci riprendere fiato, sul finale la ciliegina sulla torta (quelle francesi che di pasticceria proprio non ci pigliano) un muro verticale di almeno 30-40 metri in cima Manolo a mani nude che chiede aiuto di li in poi si assapora la fine mancano solamente 3 km a piedi per tagliare il traguardo ma i Francesi non si smentiscono mai e ci stupiscono con un punto ristoro a metà percorso roba da non credere in questo sono veramente i numeri 1. Il Ponente fa bella figura nell'arco di 6 minuti circa tagliamo tutti il traguardo uno dietro l'altro e tutti col sorriso stampato in faccia ancora una volta ci siamo fatti valere.
E a chi la prova in parte è andata male, non ha nulla di cui preocuparsi il Ponente non valuta le persone in base all'esito di una gara ma lo fa prima e dopo di essa.
Per la classifica rivolgersi al Presidente.

Bè ciao

Ivan.

lunedì 29 settembre 2008

Lerici, più a levante non si può

Era la gara meno ponentina dell'anno. Ma anche quella che dall'altro lembo di Liguria, suggella una stagione che ci ha dato grandi soddisfazioni.
Non è così immediato raggiungere Lerici dal Ponente. In linea d'aria, paradossalmente, è più vicina la Corsica. E poi puntare il muso a Est, noi abituati ad andare sempre a grattare un po' di west, ci risulta difficile, come pedalare controvento.
Non siamo però rimasti delusi. Nonostante l'innata decadenza del triathlon in Italia, ci sono ancora gare che sono una festa per questo sport.
Lerici è una gara bella perchè vi convergono triathleti sconosciuti, si sentono accenti, espressioni, improperi, imprecazioni nuove: dalla Toscana, dall'Emilia, dalla Lombardia, insomma Lerici sembra proprio il primo avamposto tra la via Aurelia e il West. E poi Lerici è gemellato con Mougins, quindi noi del ponente ci sentiamo subito un po' a casa. Troviamo anche facce amiche: ci sono Stefano e Marco, cellule impazzite del Riviera Triathlon che ancora ci godono a fare uno sprint lontano e non hanno ambizioni ironmaniache o federali; ci sono Beltrami e quelli del Maremola, al gran completo, forse la squadra più numerosa, quando fanno una foto di gruppo sembra l'Octoberfest. Noi del ponente siamo in formazione ridotta ma ci siamo, con due dei nostri migliori cinghiali: l'alfiere Borfiga e il gladiatore Scandi.
Se lo scenario è bellissimo, (la gente disponibile e per nulla disturbata dalla gara, ci sono tantissimi bambini che tifano tutti), la gara è però mediocre, questo ci dispiace dirlo, perchè la giornata e il luogo avrebbero meritato di più. In una mattinata di fine settembre in cui la tramontana ha pulito il cielo e schiacciato il mare come una piscina, a chiunque verrebbe la voglia di partecipare ad un triathlon. Però l'organizzazione decide di rendere la vita veramente difficile a tutti, chiudendo la zona cambio alle 10 e il ritiro di pacchi gara alle 9 e costringendo gli iscritti a levatacce o ospitate clandestine. In qualsiasi altro luogo ciò si sarebbe spiegato con i soliti problemi dovuti al traffico. Ma Lerici è conosciuta per la totale chiusura alle auto del suo centro storico, come dimostra il grande parcheggio in cui bisogna lasciare l'auto (con tanto di schedatura di targa per evitare furbate). E se il sindaco è così disponibile alle manifestazioni sportive come ha dichiarato poi nel suo infinito discorso durante le premiazioni, allora un'altra soluzione più comoda si poteva trovare. Ma questi sono problemi che si possono superare, la gara è la gara, pronti ai posti e via e dimentichi levatacce, parcheggi e divieti. Lì, invece, a complicare le cose ci si mettono i giudici italiani: a fronte di 270 partenti, riescono a organizzare addirittura 3 batterie. Sembra che piaccia in federazione dividere gli atleti in donne, uomini, master, come se non facessero tutti lo stesso sforzo. Se potessero probabilmente farebbero anche statali e precari, scapoli e ammogliati, come alle partite del dopolavoro ferroviario.
"Colpa del drafting - mi dice un francese di Mougins - voi italiani continuate ad ammetterlo e quindi dividete gli atleti in batterie. Noi facciamo partire tutti insieme e ci fidiamo dell'onestà dei
partecipanti."
Devo ammettere che un po' ha ragione. Il risultato di oggi è una gara sfalsata, in cui il pubblico non capisce nulla e addirittura gli stessi dello staff non sanno distinguere quando uno ha finito il primo o il secondo giro della frazione in bici, per cui molti, tra cui il nostro Borfiga :-(, li fanno entrare e poi uscire e poi rientrare nella zona cambio, facendogli perdere secondi e posizioni.
Ma veniamo ai nostri.
Borfiga: pazienza, tutta esperienza.
Dimostra di essere in ottima forma. Uscito bene da un nuoto forse lunghetto e nuotato alla morte dai primi, fa un gran recupero in bici giungendo nelle prime 10 posizioni finchè un'indicazione sbagliata al rientro in zona cambio non gli fa perdere i polpacci dei compagni di pedalata e lo fa concludere al 11 posto dopo una faticosissima rimonta. Impara molte parolacce e complimenti in toscano.

Scandi: soffro ergo sum.
Il nostro Emiliano si presenta ugualmente alla gara nonostante una ferita piuttosto evidente alla gamba procurata dall'incontro amichevole con una roccia del Grammondo durante un allenamento in Mountain Bike per preparare un triathlon in MTB. Ora: io penso che con un po' di Grammondo nel sangue si può andare ovunque. Emiliano lo sa, e poi non è uno da lasciarsi abbattere tanto facilmente. Prende un po' di domopac e fascia la crosta. Indossa la muta e la ferita sparisce, adesso è un pinguino come tutti gli altri, solo più coraggioso. Parte in terza batteria, esce dall'acqua e pedala, ma non riesce a correre perchè in acqua ha preso una botta da un avversario che gli ha procurato un gran mal di testa. Posa la bici e pensa già a correre a casa dal suo bimbo che lo aspetta. La vera discliplina.
Beh, soddisfatti lo stesso. Ci rifaremo domenica prossima a Hyeres, pensiamo, è un mese che nella stazione API si calcolano tempi, si progettano i cambi, il Ponente si prepara a questa gara a squadre, l'unica compagine italiana iscritta al campionato nazionale francese, proprio lo stesso
giorno del campionato italiano. Qualcosa vorrà dire. Ma un sms annuncia che Hyeres l'hanno annullato.
Problemi di traffico. Tutto il mondo è paese.


Paolo e Emiliano prima della partenza
Paolo Borfiga guida il suo gruppo in bici
Un bel primo piano di Emiliano Scandi

martedì 16 settembre 2008

PONENTE SOUND

Ci sono molti modi per parlare di sport. E ci sono giornate in cui è veramente difficile farlo. Ma non perchè non si posseggano gli argomenti, quelli bene o male si trovano sempre. A volte è come se la fantasia prendesse il potere su tutte le cose e decidesse di governare in modo che le persone si sentano bene. Con se stesse e con gli altri. Nel triathlon può succedere.


Cap d'Ail, Domenica 14 Settembre. In Italia da alcuni gior
ni sono in corso violenti fenomeni temporaleschi quasi ovunque da Nord a Sud, e le previsioni dicono che continueranno. Da ieri il cielo è coperto e siamo praticamente circondati da nubi nere e minacciose, che non vedono l'ora di scaricare la loro energia al suolo. Il pensiero torna ad una domenica di tre mesi fa, quando sotto l'acqua partiamo per il triathlon di Beaulieau, che non si disputa, e ci ritroviamo in Gouta, ma questa è un'altra storia. Cmq il tempo sembra tenere e l'alba ci sorprende ad osservare dall'alto le luci del Principato, tra grattacieli luminosi, tesori belle epoque e i lavori di un'implacabile trasformazione verso la modernità.

La partenza della gara, per motivi di traffico, è molto presto e quindi la sveglia è stata piuttosto anticipata, ma siamo qua vicini, non vogliamo mancare e ci presentiamo in nove. Si intuisce un bel clima, scherziamo con i cugini del Monaco e del Riviera, si sta bene, sta spuntando addirittura il sole, siamo tutti abbastanza rilassati, l'atmosfera somiglia un po' (il periodo è quello giusto) dopo la pausa estiva. E' stato così anche per noi, molti sono andati in vacanza, alcuni hanno gareggiato in luoghi e distanze diversi, altri come Paolo e Greta, hanno dovuto rinunciare per un po' alla multidisciplina a causa di problemi fisici e vivono l'attesa con la speranza che tutto possa tornare come prima: insomma c'è voglia di ritrovarsi e raccontarsi. Ma il tempo vola, la gara incombe e nei pochi minuti che ci separano dal via bisogna trovare la concentrazione. Qui soprattutto è molto importante perchè questo è uno dei triathlon più corti e partire bene è fondamentale.

Uno sguardo al mare, arriva il sindaco: SI PARTE!

Il nuoto è talmente corto e rapido che sembra incomprensibile, lo capisci all'uscita dall'acqua, quando il cuore non vuol saperne di scendere. Con la bici si sale verso la Moyenne Corniche, passando per il minuscolo borgo di St. Laurent d'Eze, ma la fatica è tale che nessuno se ne accorge. Tutti danno tutto, diventa una piccola crono scalata, e poi giù in picchiata diretti alla spiaggia, a spremere quel poco di succo rimasto per la corsa a piedi. Il percorso è stupendo, quasi tutto sull'antico sentiero costiero, che collega le rocce di Cap d'Ail alle scogliere di Cap Estel e alla marina di Eze. Questo è uno dei tratti meglio conservati, ogni volta mi riprometto di venirci più spesso, ma forse è meglio così, lasciare a questi fugaci passaggi istantanee dai colori mediterranei. Alla fine del tratto litoraneo comincia a vedersi l'imponente punta della diga di Fontevielle, da lì in poi è più semplice, perchè quando la lucidità scoraggia, i punti di riferimento sono molto importanti, e questo ci segnala, meglio di qualsiasi chilometraggio, che è quasi finita.All'arrivo vedo volti felici, siamo contenti, abbiamo terminato l'opera e la sensazione è quella che ognuno di noi sia riuscito a dare il massimo e abbia potuto farlo nel miglior modo possibile.

Un grande Paolo è sesto, confermando la posizione di due stagioni fa, Andrea ottimo settimo di nuovo in forma, Io nono e Valmer (per lui ho finito gli aggettivi) decimo. E' il suo circuito preferito, nell'intensità di questo sali e scendi trova una condizione ideale, e diventa un osso duro per chiunque. Memorabile la prestazione del 2003, quando ci mise tutti dietro, dopo una fuga bellissima. A seguire un Matteo in evidente crescita, Stefano e Ivan due belle conferme, e un ritrovato Emiliano. Arriva anche Greta e il quadro è completo.

Una doccia (per me il solito bagno post-tri) e via a cambiarsi, ci sono le premiazioni. Questa volta possiamo godercele, sono soltanto le undici e per pranzo saremo a casa. Una luce marina e prepotente torna a impadronirsi di questi luoghi.Tra gli applausi dei presenti Valmer vince la categoria e si aggiudica un altro meritato trofeo. Paolo, Andrea ed Io portiamo a casa un insperato successo di squadra, che ci gratifica molto: tutto sommato tranne i due colossi del Var, St. Raphael e Tolone, le altre squadre c'erano tutte. I francesi ci festeggiano e raccogliere il loro apprezzamento ci emoziona. E' una grande gioia per la nostra piccola società.La festa continua. Ci spostiamo al tavolo degli aperitivi. Vedo un numero 51, e non è quello del nizzardo che mi ha superato in salita, ma quello impresso sull'etichetta della bottiglia di Pastis.

Brindiamo, l'ora più veloce dell'anno è finita.

Claudio

Per Vedere le altre foto di domenica: http://picasaweb.google.it/paolo.borfiga/CapDAil#















venerdì 12 settembre 2008

I professionisti delle gare minori




Quando di gare c'è l'imbarazzo della scelta, il vero cinghiale sai già dove andrà a parare.
Il primo fine settimana di settembre ad esempio,sembrava che tutto il mondo avesse deciso di venire a correre in provincia di Imperia.

I più si sono sfidati sabato 6 nella Gazzetta Run, garetta impeillettata nel bel mezzo della Notte Bianca Sanremese, da correre con le scarpette basse di Prada o con un paio di snickers pitonate Louis Vuitton, con Aperol al posto di Gatorade ai rifornimenti e un percorso più da prét-a-portèr che da Spaccagambe.
No, assolutamente, non era roba da cinghiali.

Il giorno dopo, domenica 7, a Camporosso c'era la corsa degli Oleandri. Lì, sì, qualche cinghiale potrebbe esserci stato, considerato che non è per nulla una gara facile, dove si corre con le zanne in mostra e visti gli attriti dei locali, la selezione la fanno più i carruggi di Camporosso che l'agguerrita schiera di podisti e simili presente ogni anno.
Ma no, ormai è un appuntamento fisso, basta con le solite facce.

C'era poi il 70.3 di Monaco, ma non è una garetta della domenica, il nostro Erik lo sa bene.
http://www.monaco-ironman.com/

Un calendario di tutto rispetto, quindi. Ma noi sapevamo già da una settimana dove puntare il muso: prima di tutto, sabato sera, bando alla notte bianca e alle paillette e pancia mia fatti capanna a casa Semeria. Il buon Fabrizio e la grande Simonetta sono appena tornati da un viaggio alla scoperta culinaria dei Paesi Baschi. Dopo Marco Polo in Cina non c'è un viaggiatore che abbia scoperto più della combriccola dei Semeria quanto a cibarie e vino. Il sottoscritto, invece, era invitato ad un matrimonio e non porta mai bene non onorare gli sposi, neppure se il giorno dopo hai una gara. E che gara.

Il depliant della Fontan-Saorge-Fontan è assurdamente laconico: "Course de 14,2 km en aller-retour entre Fontan et Saorge".
Quando ci vediamo a Roverino sono le 8.15 di domenica mattina. Claudio e Paolo sono ancora in piena fase digestiva. Lungo la Val Roja, prima di Breil ci scambiamo via rutti i vari menu, io quello nuziale, loro quello di casa Semeria.

A Fontan sta già partendo la gara dei bambini: sono delle cavallette, appena dano il via spariscono dietro una curva. Dopo un po' tornano alla spicciolata, due addirittura si sfidano in una volata lunghissima (uno piange e corre), l'ultimo non sa nemmeno di essere l'ultimo e taglia il traguardo come se avesse vinto. E pensare che da noi in Italia preferiscono metterli davanti alla Playstation.

Noi siamo al riscaldamento. Riscaldarsi in queste garette della domenica è come vivere una scena del Buono il Brutto e il Cattivo. Corricchi per i cazzi tuoi ma intanto ti guardi attorno per vedere se c'è qualcuno che puoi battere o ti può battere. Da certi soggetti ci arrivano sguardi che nemmeno Lee Van Cleef: sono loro, i professionisti delle gare minori. Ci sono dei ragazzi spiritati, ma no, altro che gara, han tirato la nottata e vanno al forno a scoppiarsi di baguettes.
C'è un tipo piccoletto, pieno di orecchini e tattoo che indossa un paio di quei calzettoni di moda oggi, roba che mio nonno userebbe contro la gambarossa per dare il diserbante, ma cui i più attribuiscono capacità taumaturgiche sulle prestazioni podistiche.
Tra di noi parlando viene fuori un "Ah! Ecco Pippi Calzelunghe!". Mai pensare che i francesi non capiscano l'italiano. Ovvero, non lo capiscono quando gli chiedi dov'è la stazione, ma quando li sfotti eccome, sono degli accademici della Crusca. Una tipa cicciona a bordostrada ci ha sentito. E' la moglie(!?) del Pippi Calzelunghe. "Perchè? Voi non usate questi chaussettes?", dice. Per fortuna Claudio è sempre prontissimo: "No, risponde, non abbiamo abbastanza soldi per comprarle..."

Io scruto un tipo del Grasse che mi sembra messo bene fisicamente. Infatti quando partiamo siamo io, lui e Pippi Calzelunghe a fare la gara. La salita comincia subito, non c'è nemmeno il tempo di scaldarsi. In un tunnel si fa dura, il podista di Grasse si stacca e restiamo io e Pippi Calzelunghe. In paese a Saorge la strada sale a ciottoli. Si sente odore di sapone, coniglio e formaggio. Qualche vecchietto al bar applaude. Subito dietro si apre la valle del Rio Bendola. Misteriosa, vergine, umida, sembra ancora inesplorata, un Mato Grosso de nuiatri. Ho poco tempo per contemplarla perchè il Pippi Calzelunghe se ne va in discesa. Ma come, penso, allora i calzettoni della nonna servono, eccome. Io non me la sento di andargli dietro, è troppo ripido e non voglio compromettere la preparazione alla Maratona delle Alpi Marittime, così lo lascio andare. Del resto se lo merita, se è il più forte. E poi la vita a volte ti ricompensa: avrai pure un mostro di compagna, ma almeno sei un "Professionista delle gare minori". E infatti vince.
Io perdo pure il secondo posto perchè nel secondo giro il tipo di Grasse fa una rimonta eccezionale. Sono terzo ma a pochi secondi.

Sono lì che mi asciugo e faccio stretching ed eccola che arriva di nuovo. "Alors Monsieur! Il faut acheter le chaussettes vous aussi!?" E' la donna del campione. "Oui, Madam, oui, le rispondo. Le comprerò per la Befana".
Kla e Paul arrivano insieme poco dopo. Settimo e ottavo o giù di lì.

La premiazione, nonostante ci fossero si e no, 40 persone, è infinita. La Fontan-Saorge-Fontan è alla 25' edizione, ci dice un tipo di Cuneo che lavora all'Asics e fa ultramaratone, una volta era frequentatissima e c'erano più di 200 persone. Gli organizzatori ci sperano sempre, così poi s'inventano i premi perchè avanzano le coppe. Premiano tutti dal primo all'ultimo dei bambini (se lo meritavano proprio), il più giovane, il più vecchio, le donne (2), le categorie. A Kla donano un crest con lo stemma della Region PACA. Chi meglio di lui poteva riceverlo? Conosce questi posti come le sue tasche. Addirittura premiano la prima squadra italiana: ora quel trofeo troneggia imperioso sulla nostra pompa di benzina API, a Vallecrosia.
C'è da mangiare. Una signora tira fuori una torta verde sottile con farina di mais sul fondo. Ne assaggiamo un pezzo e ne seguono subito altri tre.
Ormai lo siamo anche noi, professionisti delle gare minori.
Foto e protagonisti su: http://gillousportsloisirs.over-blog.com/album-1201942.html