mercoledì 27 giugno 2012

Corri Bes, corri!!

Ti abbiamo scoperto un giorno per caso, in una gara delle nostre, sconosciuta e durissima, specchio del Ponente: il duathlon di Perinaldo. Faceva freddo ed eravamo tutti radunati nel baretto dove era stato attrezzato un tavolino per le iscrizioni. Ti ho notato subito, alto e tranquillo, a tuo agio in mezzo ad estranei. Eri li per confrontarti, per vincere! Ma hai dovuto lottare perchè hai dato ma anche trovato filo da torcere.... Da quel giorno e dopo un'altra stupenda lotta al duathlon di Vallecrosia sei diventato parte della squadra. Impossibile non riconoscere in te un vero cinghiale, seppure ingentilito dal nome e dagli occhi.
Tanti i tuoi successi e sempre in situazioni e condizioni diverse. Tuttavia è proprio nella corsa in montagna che riesci ad esprimerti al meglio, dove però servono tante attitudini fisiche e mentali diverse, e tu le hai tutte.

Quando ho letto la classifica del Neandertrail sono rimasto un paio di minuti a fissare il computer: secondo assoluto, 60 km  in 6 ore e 20 minuti. Hai corso fortissimo in una delle gare più dure al mondo, dove corridori famosi e super mediatizzati hanno vomitato l'anima tra nausea e crampi muscolari o si sono persi nei boschi di notte, per poi ritirarsi con la coda tra le gambe. Una gara dove non basta essere allenati, dove non basta saper soffrire. Il Neander bisogna saperlo gestire e tu hai fatto una corsa quasi perfetta: sei partito forte, non hai mai mollato e alla fine, quando hai deciso e dopo più di 40 km di gara, sei riuscito ad accellerare e riprendere due avversari, chissà la loro faccia quando li hai passati...chapeau!

Ora via! corri Bes! non fermarti, verso altre vittorie!!
 
YANN.
 
Complimenti anche ad Andrea Caffara e Remo Lentino che hanno concluso questa impresa titanica in 19ma posizione con il tempo di 9h24'.

venerdì 1 giugno 2012

Inno ai cinghiali

Luoghi immobili, le gesta dinamiche come quadri di Mirò.
Le bici tutte allineate pronte per essere usate nella battaglia.
Odore forte di neoprene delle mute, il vociferare di atleti si espande e rimbalza nelle edizioni delle edizioni di questo triathlon.
L’acqua è fredda,  intirizzisce, ti sveglia, il gusto è dolce, ma il colore è nero come il destino di alcuni di noi.
L’attesa snerva ma la felicità di esserci mi rilassa. La sirena libera… libera gli uomini che si trasformano nelle bracciate in ali di uccelli che scivolano sulle acque.
Mastico liquido, il mare mi ostacola, ancor di più le mie paure. Mani invisibili mi afferrano e mi conducono là nel mio ambiente naturale.
Le strade sono affollate di sfide reali ed irreali. Cerco sul dorso delle maglie il logo della nostra squadra: il cinghiale.
Odore di terra bagnata e di temporale si fissano nelle narici, gocce lasciano spazio a cieli che rapidi mutano.
La strada scivola sotto le mie ruote. La pioggia ora fa male, lampi e tuoni mi fanno sentire piccolo piccolo, là in balia di forze più grandi di me.
Disegno al limite della legge di gravità linee tra pozzanghere e automobili che leste ci sorpassano. Le lancette “contre la montre” mi ipnotizzano in un improbabile tempo passato.
Dritto bimbo, in alto le ginocchia, avanza,  non demordere, osa. Che poi te ne penti. Concentrati che la fatica è solo una delle tante illusioni della vita.
Salta, schiva, accelera. Ora le gambe si sono fatte pesanti, tutto galleggia, si cercano le ultime energie  verso la fine in una linea di un ipotetico traguardo… per alcuni ma non per me la gara  continua, nella memoria di chi ha una discendenza, di un abbraccio con un amico-avversario, di quella strana quiete che mi prende dopo le gare, come una malinconia, dove il tempo si ferma o forse si dilata e a me sembra di aver fregato per quelle due ore il destino che ci vede sempre un po’ gregari in vite a volte ordinarie.
A Kla.  E a tutti voi.


Il Maltese