giovedì 6 ottobre 2011

L'Eroica

Guardare indietro per pedalare avanti

C'è un uomo solo al comando, la sua maglia è bianco-celeste, il suo nome è...", avrebbe detto Ferretti alla radio. Adriano De Zan invece, vedendo uno con la maglia della Del Tongo scattare dal gruppo, avrebbe commentato, commosso, "Campione del Mondo! Saronni è Campione del Mondo!", pensando al mondiale di Goodwood.

Ma per fare la cronaca dell'Eroica, la cicloturistica che si svolge da 15 anni nelle terre del Chianti, ci vorrebbe un po' di uno e un po' dell'altro e anche di più, perchè l'epica del ciclismo nasce prima della radio e della TV, prima del mondo di oggi. Sulle strade bianche attorno a Gaiole in Chianti, impegnati sugli sterrati intorno a Radda, Panzano, Greve, quel giorno si incontrano tutti: Lemond, Hinault, Bottecchia, Coppi, Bartali, Moser, Girardengo. Non gli originali, ovviamente, ma atleti, appassionati, amanti del ciclismo e della bicicletta che li interpretano, vestendosi come loro, sulle stesse biciclette.

Partecipare all'Eroica è vivere un giorno nella storia del ciclismo. Non è la solita mascherata, come molti cortei storici in cui geometri con lo spadone o dentisti con l'armatura intavolano finte battaglie per i turisti: all'Eroica si pedala davvero, con le (pesantissime) biciclette di una volta e sulle stesse (durissime) strade non asfaltate. Sarà perché questo passato è lì a due passi e a volte si perde ancora nel presente, sarà perché il ciclismo di oggi fatica a trovare quell'epica di cui c'è tanto bisogno, ma il fatto che

domenica scorsa, 2 ottobre 2011, all'Eroica ci fossero 4000 persone, equipaggiate da ciclisti di una volta, con la voglia di pedalare, soffrire, partecipare, dovrebbe far pensare. La ricerca scientifica esasperata dagli sponsor, i secondi limati ad ogni costo, i contratti milionari, non hanno cancellato la voglia di sport, lo sforzo dei campioni, le narrazioni delle loro imprese. L'Eroica è recuperare quei valori: "forward to the past", più che "back to the future".

L'Eroica ormai è un'istituzione: nata come per scherzo, ma anche per salvaguardare le strade bianche dall'asfalto selvaggio, è cresciuta, anno dopo anno, tanto che gli organizzatori hanno dovuto imporre il numero chiuso e le iscrizioni si chiudono in pochi giorni. Il campo sportivo della Chiantigiana, la squadra di calcio locale, zeppo di tende e di cicloeroi accampati. Per partecipare all'Eroica arrivano da tutto il mondo: inglesi, americani, australiani e francesi, veri filologi del ciclismo.

Nei giorni prima della partenza si tengono una serie di eventi collaterali, tutti sul ciclismo di una volta, come lo spettacolo, “La Maglia Nera”, degli attori Massimo Poggio, Matteo Marsan e Gualtiero Burzi e la presentazione di "Giulia e Fausto", di Alessandra De Stefano, sul travagliato amore di Fausto Coppi e Giulia Occhini. Per partecipare mi vesto anch'io: c'è un fornitissimo mercato con pezzi di ricambio, telai, pedali e abbigliamento rigorosamente d'epoca. Trovo la maglia di Campione Ligure dell'83, sponsor "Tonno Insuperabile". Cosa voglio di più? Ma è di lanina, sarà dura con il caldo che fa. Silvia degli Amici della Bicicletta di Genova, indossa invece la casacca bianco-blu della G.S. Bagnarese: è perfetta anche con una gonnellina, very cycle-chic. La bicicletta ce l'ho: una Giuseppe Bianchi di metà anni '70. Costruzione artigianale, ancora oggi è un gran bel mezzo.

Attorno, gravitano una serie di personaggi da fumetto: c'è Garibaldi con tanto di casacca rossa, bandiera e barba tricolore (trattandosi di eroica, chi meglio di lui?). C'è il Luciano Berruti, cicloamatore famoso per l'allestimento del Museo della Bicicletta di Cosseria; lui come altri, guida bicilette con i cerchi in legno ed esibisce baffoni a manubrio. Ogni tanto si incontra qualche anziano ciclista appassionato che non resiste a darti dettagli inattesi e rari sul telaio o il cambio della tua bicicletta.

Cronaca della corsa.

Per la prima volta all'Eroica, da ciclista del 2011, scelgo il percorso di 75 km, ma c'è chi parte alle 5 del mattino per fare quello da 135 o 205 km: sono loro i veri cicloeroi. Se pure non c'è ordine di arrivo e nessun vincitore, non bisogna credere che l'Eroica sia una passeggiata: le dolci colline del Chianti nascondono stupende ville, castelli, borghi, ma tra le vigne ogni tanto spuntano salite durissime, con pendenze dolomitiche, assolate, sterrate, di un bianco che abbaccina. Al km 40, dopo la salita di Radda, ecco il primo rifornimento: pane, zucchero e vino, il Chianti scorre a fiumi. Quello che ci vuole per allontanare la crisi

di fame. Poi, per fortuna, giù, discesa digestiva. Ma, affannati dal caldo o ebbri di vino, sbagliamo strada: abbiamo tagliato il percorso di 35 km e dopo una discesa che svena i polsi, siamo già all'arrivo. Ce ne accorgiamo però solo in fondo, assieme ad un ragazzo americano con la maglia di Bernard Hinault.

La decisione arriva in un secondo: risaliamo fino al bivio. Nessuno ci salva da 6 km di salita durissima. Dal cellulare come da radiocorsa giungono poi notizie sconfortanti: una di noi si è ritirata. Ha saputo che è morto il gatto.
Ritornati in corsa, faccio da gregario a Silvia. Incontriamo una coppia di svizzeri: è subito sfida. Ci sopravanzano su uno strappo, lui pedala che pare Cancellara. Lei tiene la ruota.
Al km 63, in un tratto duro di strada bianca, la mia G. Bianchi cede: rompo la catena. Sono disperato, la mia Eroica è compromessa, all'arrivo mancano ancora tanti km. Ma facciamo un tratto a piedi e incontro il signor Anselmo: la sua bici è fuori uso, ha perso il cambio, ma ha con sé uno smagliatore e posso riparare la mia catena. L'Eroica può continuare.
Al km 72, dopo Panzano, il tratto più duro: un muro di 800 m al 12%. Sulla strada, un'ecatombe di biciclette e ciclisti stremati dalla fatica. Molti spingono la bici a piedi. Ma in cima arriva la ricompensa: ultimo rifornimento. Panini, ribollita e panforte.
Non bisogna lasciarsi andare perché mancano 15 km all'arrivo. L'esperienza di ciclista agonistico non mi tradisce: infatti, abbandonati sotto una quercia, troviamo la coppia di svizzeri: lei deve aver esagerato con la ribollita.

Non li vedremo più fino al traguardo. Lo tagliamo con incredibile ritardo, la sera alle 17, fuori tempo massimo da ogni prestazione agonistica, ma con la certezza di essere stati eroici per un giorno.

Giacomo.


7 commenti:

Anonimo ha detto...

Ora mi metto alla ricerca di una bici, sono anni che vorrei partecipare ma dopo un racconto del genere non ho più dubbi!!!!!

Ivan76 ha detto...

Sarò ciucco ma non capisco chi sono i protagonisti illuminatemi.

stefanoSTRONG ha detto...

ah ma prima poi la faccio eh, cazzo se la faccio pure io!

MicolB ha detto...

complimenti jack!racconto veramente emozionante!l'eroica ha sempre l suo fascino.

Valerio ha detto...

Splendido racconto Giacomo!!!! Sapevo dell'"eroica". Mi sfuggiva il particolare "filogico" della faccenda sportiva! Voglio la maglia Tonno insuperabile!!!!

Ivan76 ha detto...

Ho capito e Giacomo.

kidming ha detto...

grande gk !! se aspetto ancora un paio d'anni la faccio direttamente con la moser:)