mercoledì 4 marzo 2009

A Imperia. Mezza bagnata, mezza fortunata

Questa mezza maratona me la sarei voluta godere in un altro modo. Mentre correvo per Imperia sotto una pioggia prima malinconica poi più seria e a volte torrenziale, pensavo alla gente che quella domenica mattina se n'era rimasta in casa al calduccio, magari ancora a letto.

Dev'essere fantastico svegliarsi e sentire quello strano scalpiccio per strada, e percepire a tratti tra indistinto brusio qualche sospiro in chiaro. Molti si saranno chiesti che cosa fosse quel rumore così diverso dal solito strisciare di pneumatici sull'asfalto. E, che bello, poi, una volta accortisi che a produrlo erano centinaia di scarpette una dopo l'altra sulla strada bagnata, pensare: "Sono tutti dei pazzi", rimboccarsi le coperte e tornare a dormire.

Invece, come potete ben immaginare, ero dall'altra parte. La mia giornata era cominciata ben prima, anch'io avevo teso l'orecchio per sentire i rumori per strada e poi, incredulo, ero andato a vedere: sì, pioveva. Cercai di fare l'elenco delle cose da fare quella giornata. Non ne trovavo che una: la mezza maratona di Imperia. Non avevo sbagliato giorno, mi toccava e basta.

Così ho preso la macchina e ci ho caricato i miei (ultimamente si sono appassionati, mia mamma fa il tifo, mio papà sa che corro un 10mila in poco più di mezzora) e sono partito per Calata Cuneo.
Mi sono trovato di fronte ad una manifestazione organizzata particolarmente bene, tutto sarebbe stato perfetto se il tempo fosse stato buono. Ma no, acqua che Dio la mandava. Bene, mi son detto, quella c'è per tutti. Ho il mio cinghiale sulla canotta che scalpita. E poi incontro diversi amici e bagnarsi tutti insieme è più bello: la Micol che fa subito primavera, Marco Marsiglia in gran forma, il dottor Monza Richard Gere del triathon, Picone il rifinitore e Max Malano. Quest'ultimo si distingue per il fiato: poco dopo, al 3° km eravamo a 3.30 e continuavamo a parlare e a scherzare. La Ferrara che era nel gruppo deve averci preso per scemi.

Certo, raccontati così 21 km sotto la pioggia sembrano bazzecole. Invece sono duri, soprattutto quando le scarpe pesano mezzo chilo e ti scaricano l'acqua sui polpacci con rischio crampo ad ogni cavalcavia. Trovo un gruppetto che va al mio passo. Uno di Trieste, uno di Torino e poi c'è Cuffaro, storico maratoneta rivierasco. Restiamo insieme fino a meno 800m, poi a me vengono i crampi e devo mollare, ma arriviamo sugli 1.17.24 e sono contento.

Adesso il mondo per me si divide in due: quelli che domenica erano a letto e noi.
Penso che quelli che erano a letto, in qualche modo dovrebbero ringraziarci. Di questi tempi non è così facile avere di queste sensazioni così, gratis, e permettersi di poltrire grazie alla fatica di qualcun altro. Ma il bello dello sport è pure questo. Che uno una domenica mattina possa alzarsi, aprire la finestra e vedere sotto una città che corre.

Classifica qui

5 commenti:

Valerio ha detto...

Capitano Giacomo, presente!
Gara particolare...preparata mai mollando di un metro in questo Inverno bagnato come da qualche stagione non accadeva. Ma io ero sempre lì...E Domenica è stata la degna "chiosa" ad una preparazione condotta molto spesso sotto cattive condizioni atmosferiche...Cercavo il gran tempo non lo nego... ed è arrivato. Girando costantemente a 4 e 45. Sono ultrafelice. E poi incontrarti Giacomo mi porta ormai sempre fortuna! A Sanremo con il sole e ad Imperia con la pioggia, quattro chiacchere sulla partenza, due sensazioni e poi via..CHI TI VEDE PIU'!!!!!
Grande.
Alle prossime gare.

Anonimo ha detto...

E' sempre più grande il nostro keniano del faro, ormai sei da classiche del nord!!!!!

giarevel ha detto...

Hai ragione Valerio, la mezza di Imperia è stata una degna conclusione agli allenamenti invernali... speriamo che adesso si cambi registro perchè non se ne può più!
Speriamo di incontrarci ancora alla partenza, il cinghiale porta fortuna!
g

Valerio ha detto...

Un ringraziamento anche al cinghiale Silvio Fiorini. Mi ha scortato dal decimo al quindicesimo quando ho avuto un piccolo calo. Per poi incitarmi a forzare quando da esperto ha visto che le mie gambe avevano ripreso il giusto ritmo.

Andamentolento ha detto...

E che dire di quell'atleta, non piu' giovanissimo, che ha aprofittato della pioggia torrenziale del dopo gara per farsi la doccia ,con tanto di sapone, nel piazzale parcheggio?
Questo mentre Marco "Forbici" si adagiava stile "ritrovamentoAldoMoro" nel bagagliaio della mia auto per cambiarsi senza bagnarsi troppo?
Gogliardate a completamento della giornata!