sabato 24 marzo 2012

Il 2012 comincia con il Premio San Gennaro

C'è un premio che si vince senza saperlo. Non lo trovi in bacheca alla fine di un triathlon. Non ha un punteggio in minuti secondi centesimi. Non lo ritiri in comune provincia Regione. Non ha una forma, un compenso, nemmeno un trofeo. Ma per vincerlo si soffre, si pena, si suda. E' il Premio San Gennaro.
Fai un triathlon, arrivi smontato, le gambe ti portano appena a casa per crollare sul letto. E credi di essertelo guadagnato. Invece no, poi scopri che l'ha vinto un cinghale arrivato penultimo.
Corri il Duathlon di Grasse. Rendi l'anima ma ti superano anche i bambini (ma ormai è normale, in Francia) e arrivi sderenato.Ma quella volta l'ha vinto Andrea Caffara con uno scatto sugli scalini di Fragonard.
Ti iscrivi a Manosque. Ti sei allenato per uno sprint, vai tanto per stare in compagnia. Invece arrivato lì scopri che è un'olimpico, a metà luglio. La Provenza, attorno, è un forno. Buchi due volte in salita. Spacchi la catena in pianura. Un brigante locale di chiede "un fiorino" sul percorso. Arrivi insieme a Sforbi ed è già tanto. E speri. (Quella volta l'han vinto Borfiga e Vaglio che sono pure arrivati nei 30).
E allora ti butti sui Trail. Besnard lo vedi in partenza e poi ti dimentichi la sua faccia. Sali e scendi due volte tra Sospel e Menton e poi magari il Braus, sbagli percorso, arrivi "dopo la musica", quando già smontano, non è avanzato nemmeno uno zuccherino all'ultimo ravitaillement. E ti dici, "Almeno, stavolta, il Premio San Gennaro sarà il mio!". E invece no. Se lo piglia Yann.
E casi ce ne sono, ognuno ne ha. Io penso di averlo vinto quando Palmucci m'ha passato al 14° km della corsa e ho fatto 4° al medio di Lipari. Mi disse: "Ciao bbbello..."
Come cacchio si vince sto Premio San Gennaro?Non è roba da vincenti, da elite: quelli li pagano per non soffrire. Chi lo vince invece paga per soffrire. Non ci sono regole: la sola è che sei candidato quando ti viene da chiedere a San Gennaro chi te l'ha fatto fare.
Il Premio San Gennaro non è un risarcimento per la sfortuna. Non è il premio della grande consolatrice. Non è la ricompensa per una gara grama e sfigata.Bisogna essere dei duri, puri, per guadagnarselo. Oppure avere la faccia di uno che credeva di entrare in un hammam e invece era una palestra di wrestling.
Lo decidono alla fine o all'inzio della stagione, magari quando tutti ti vedevano bene e in forma, quando finalmente sembravi aver superato i tuoi problemi, quella bestia che ti portavi dietro e non ti lasciava vivere. Quando avevi appena finito la tua tana a Calvo, un borghetto spopolato da cui tutti scappano. E magari pensi che quest'anno sei andato forte o l'anno prossimo sarai ti allenerai e batterai pure Faggiani. Invece, proprio quando sei tranquillo, a casa, sul divano, o torni a casa dopo una festa con gli amici di sempre, ti arriva una telefonata: Ehi, bbbello, Hai vinto il premio San Gennaro.
Ecco, Kla lo ha vinto così, al Triathlon di San Silvestro ad Antibes. Come poteva non vincerlo lui che era uomo di battaglia, che amava la tregenda, il vento, la pioggia? C'er aun tempo da lupi, le trombe d'aria al largo dell'Esterel, volevano sospendere la gara, quel giorno. Immaginatevi come si sarebbe incazzato Kla. Partono. Non arrivano alla prima boa che già 3 o 4 si ritiravano.Qualcuno lo ha ritratto all'uscita dall'acqua. Con la muta che gli restava appiccicata addosso, come una pellaccia ghiacciata. Ancora con la cuffia, gli occhialini e il numero. Capitanava un gruppetto di triathleti. Dietro c'era gente fisicata, nuotatori, pensate come doveva essere andato forte. In faccia gli leggi la voglia di spaccare il mondo, di andare avanti, nonostante tutto.
Ecco, il vincitore del Premio San Gennaro. Ad honorem, per sempre. Lo ha vinto lui. E lo abbiamo vinto tutti noi cinghiali del Ponente, per tutto ciò che è accaduto, per tutte le sfighe che ci sono successe negli ultimi 2 anni. E perchè continuiamo ad amare questo sport, questa filosofia. San Gennaro, ma chi ce lo fa fare?
Ciao Kla, wish you were here.

martedì 20 marzo 2012

Carros 18/03/2012

Un bel momento sportivo si è realizzato domenica 18 marzo a Carros, nell'immediato entroterra di Nizza. La Federazione di triathlon della Costa Azzurra ha deciso di dedicare questa gara e il premio alla migliore squadra, a Claudio Mingherlino, atleta veterano e arbitro della Ligue francaise de triathlon, anima e cuore del Ponente Triathlon, che ci ha lasciati la notte del primo dell'anno a causa di un terribile incidente stradale. I più fedeli e appassionati rappresentanti del club ponentino si sono ritrovati insieme ai cugini francesi per onorare, tra lacrime e sorrisi, lo spirito sportivo che ha sempre animato Claudio. A Carros domenica si è respirata quell'atmosfera agonistica a lui tanto cara, una vera e propria cultura dello sport che Claudio è stato capace di diffondere e tenere sempre viva intorno a sé. Ottimi i risultati finali della squadra del Ponente che si è confrontata con atleti emergenti molto giovani di altissimo livello.