sabato 30 maggio 2009

Sanremo: un triathlon dal sapore diverso

Sempre tre frazioni, sempre nello stesso ordine, sempre con le stesse regole..medesimi ingredienti quindi, ma dal sapore diverso..molto diverso.
La stagione era ancora lontana, ma appena lessi il probabile inserimento nel calendario gare Italiano, del Triathlon Olimpico di Sanremo, iniziai a vedermi sul bagnasciuga della spiaggia dinanzi ad uno stabilimento a me sconosciuto, stretto nella mia muta nera con in testa la cuffietta del colore di turno..attorniato da altri atleti, in attesa solo dello start..
Fu un' immagine ricorrente, talmente ricorrente che quando mi chiedevano se avessi partecipato o meno alla gara di Sanremo, quasi mi stupivo della domanda..Loro non potevano accorgersene, ma io ero già là, sul bagnasciuga, assieme agli altri, circondato da quelle facce amiche che di solito sono lì, con me, con i loro numeri tattuati su gambe e braccia, in attesa dello start, ma che quel giorno, per permettermi di esserci, erano lì, ma impegnati in un'altra sfida, certo non meno faticosa, solo meno divertente..
Come succede spesso, sempre direi, in un attimo, quella scena temporalmente lontana si materializza. E' incredibile, è tutto esattamente come avevo già vissuto nella mia mente in questi lunghi mesi, la spiaggia, lo stabilimento, le cuffiette gialle e le mute nere.. tutto tranne quegl'ingredienti che per quanto si possa credere di saper immaginare, quando involontariamente entrano in gioco, sanno rendere il tutto semplicemente unico ed inspiegabile: le sensazioni!
Il calore della sabbia, la frescura del mare, l'oppressione regalata dalla muta, il battito del cuore che diventa forte e veloce..la gioia mista a paura..
Sono elementi che a parole non si possono spiegare, almeno io non ne sono capace, e credo che solo chi le ha provate capisca realmente a cosa mi riferisco..Forse la mia ancora breve esperienza nel mondo della multidisciplina, amplifica all'ennesima potenza tutto questo, forse invece non basterà tagliare centinaia di traguardi per smorzarne la forza..lo spero.
Quando la sera prima, ricevo la telefonata di Remo, appena atterrato all'aereoporto da una vacanza, che mi chiama confermandomi che sarà al via il mattino seguente alla gara di Sanremo, capisco che di certe emozioni non sono l'unico a non poterne fare a meno; alla faccia di allenamenti, diete, carichi e scarichi..7 giorni di sole, mare, pollo fritto e dissenteria.. ;)
La gara scorre via liscia, il mare decide, poco prima del via, che avrebbe reso la nostra prima frazione un po' più faticosa, il vento che avrebbe messo un po' di pepe sulla già gustosa frazione in bicicletta, il sole che avrebbe reso calda, molto calda, la pista ciclabile sulla quale avremmo corso..
Al traguardo sono felice, il malanno di qualche settimana fa, aveva messo in forse tutto questo. Incontro un sorridente Marco che riesce a sbagliare strada in casa sua, sembra un'assurdità, ma questo la dice lunga su cosa si provi in gara e nonostante questo, stringe i denti e termina un'ottima gara, chapeau.Mi complimento, quando ce vò, ce vò, con Remo che seppur non al 100%(per fortuna), conclude una grande gara, nella quale mi salvo solo grazie al suo poco amore per il nuoto.Assisto all'arrivo di Enrico, coraggioso nella scelta di esordire nella distanza Olimpica qui a Sanremo, su un percorso non certo facile, ma forse anche per lui Sanremo aveva un significato particolare..
Alla fine non so il vero motivo per cui gareggiare a Sanremo fosse per me tanto importante ed emozionante, forse perchè avrei corso sulle strade su cui mi alleno, forse perchè Sanremo è la società con cui mi sono avvicinato alla multidisciplina prima di consacrarmi "Cinghiale Ponentino", forse perchè sapevo che avrei gareggiato in mezzo a tanti amici che mi facevano il tifo regalandomi un brivido ad ogni passaggio, forse solo perchè a Sanremo ci sono nato..mah..sta di fatto che alla fine, le polemiche su alcuni errori ed alcune sviste che avrebbero falsato i valori in campo nel percorso in bici, rendendo la classifica finale poco attendibile, lasciano il tempo che trovano..Se ci sono stati i furbetti di turno, peggio per loro, io non mi sarei perso un solo centimetro di questa gara.
Grazie a tutti gli amici del Riviera che hanno reso possibile tutto questo, con il loro impegno e la loro fatica nel lavorare vedendoci divertire.
Appuntamento a Domenica..Pietra Ligure!

Classifiche: http://www.rivieratriathlon.it/_rivieratriathlon/Documents/Classifica%20maschile.pdf

mercoledì 27 maggio 2009

Ascensione Monte Ventoso

A volte le cose capitano per caso… a voltre sembra un caso, ma é qualcosa di più… sincronicità… quella particolare condizione per cui cio’ che succede nella realtà esterna risuona profondamente in noi e assume un significato unico e assoluto, andando oltre lo spazio ed il tempo. Come svegliarsi una mattina nel cuore della Provenza, fare una passeggiata in mezzo a centinaia di ciliegi carichi di frutti succosi, arrampicarsi su un ramo per coglierne i più maturi e esposti al sole, alzare lo sguardo e vedere al centro di una pianura ondulata e disegnata solo da vigneti e frutteti e campi di lavanda, una montagna immensa alzarsi prepotente. Di colpo, all’improvviso, sono proiettato con l’immaginazione nel 1300, vedo Francesco Petrarca che come me passeggia e si accorge della stessa montagna e poi il pensiero: “ascesa del monte Ventoux”... lui l’ha fatta a piedi, forse aiutato da un mulo, io nel cofano della mia macchina ho un magnifico cancello con due ruote, la mia bicicletta.
Petrarca nel suo resoconto scrisse, pensando a St. Agostino: E vanno gli uomini a contemplare le cime dei monti, i vasti flutti del mare, le ampie correnti dei fiumi, l’immensità dell’oceano, il corso degli astri e trascurano se stessi.” Anch'io, come lui provai allora la giovanil fantasia di salire. Difficile e tortuosa fu l’ascesa, ma illuminante. Non ci mancava né la buona volontà né la vigoria fisica, ma quella gran mole di roccia era davvero scoscesa e quasi inaccessibile. Lunga e impervia fu la pedalata, ma giunto in cima, dopo 20 km di salita, lo spirar leggero dell'aere e del vasto e libero spettacolo mi commossero profondamente....
Yann.

LE FOTO DI ANTIBES!

http://picasaweb.google.it/paolo.borfiga/Antibes2009?feat=directlink

Si ringrazia le due fotografe ufficiali Eve e l'infortunata Greta.

Classifiche: http://www.antibestriathlon.com/triathlon/resultats.php

martedì 26 maggio 2009

POSSIAMO MANCARE?????

SABATO 6 GIUGNO: Raid dei Canotti. Dopo tantissimi anni ritorna l'evento piu' divertente di Ventimiglia....personalizza il canotto e partecipa anche tu!! Si svolgerà nel fiume Roya con partenza sopra il ponte dell'autostrada ed arrivo presso lo Stabilimento Balneare San Giuseppe. Montepremi 500 euro (1° classificato 250 euro, 2° classificato 150 euro, 3° classificato 100 euro) e gadget a tutti i partecipanti. A seguire sabato sera dalle ore 22,30 Pepin presenta "Raid dei canotti party".

lunedì 25 maggio 2009

SPIRIT of TRIATHLON

Il nostro vicepresidente c'era prima di noi, c'è e ci sarà sempre!!!!! Bravo Kla!

lunedì 18 maggio 2009

CINGHIALI in TV.......

http://www.stilecorsa.com/

I pellegrini di Tolone


Gli atleti 531 e 532, partiti assieme ad altri 448 alle 13 esatte dalla plages du Mourillon per l'edizione 2009 del Triathlon di Toulon, sono scomparsi.

L'ultima volta sono stati avvistati mentre uscivano dall'acqua. Il cicalino dei cronometristi li ha segnalati terminare la prova di nuoto. Un po' naufraghi, senza infamia e senza lode, come al solito. Poi hanno cambiato pelle, messo il caschetto, le scarpe e inforcato la bici per la prova di ciclismo. Da allora non se ne hanno più tracce.
La zona cambio, un ampio parcheggio di fronte ad alcuni stabilimenti balneari e complessi sportivi (pista da skate, campo di beach rugby, volley, pallacanestro, nessun campetto da calcio) s'è fatta progressivamente deserta. Il sole già caldo della Provenza cuoce le mute appese alle ringhiere. Il vento debole soffia sul macello di occhialini, cuffie, scarpe, tappetini, asciugamani, come su una piazza marocchina dopo un suq. Anche la luce è la stessa. La gente aspetta.

Ma chi conosce questa gara sa bene dove trovare quei due pettorali. Basta sollevare lo sguardo: sopra la città militaresca, sopra i condomini corbeausiani, sopra il porto militare, c'è una montagna grigia, fatta a cuneo, che si ficca nell'azzurro come una zeppa sotto la porta del cielo.

Una montagna si può scalare in molti modi. Usare una bicicletta è certo uno dei più faticosi. Però dà il tempo di pensare. E 531, 532 sono due che pensano molto. Pure troppo. Dunque hanno bisogno continuamente salite, salite nuove, come l'aria. In pianura non ci si riesce, c'è gente, schiamazzi, deodoranti, occhi di vetro scuro. Fin dalla prima rampa i pedali e la catena mettono in moto ingranaggi ben più complessi che i pignoni della ruota posteriore. C'è chi monta 24, chi 26 denti e chi mette invece l'agone di tutta una stagione, chi una volontà omerica, chi un dolore più o meno nascosto, un'assenza sempre apparecchiata per cena, un passato continuamente da sorpassare.

Ogni tornante c'è una bicicletta, ogni curva c'è un cuore che pedala, sono sopra la città come un aereo che vola, quando sarò giù vorrei un amico che mi consola.
Sul Faron il vento riposa. Non ce n'è. Il sole riscalda l'asfalto ruvido e il caldo sale da terra. I sali nella borraccia diventano piscio.
C'è gente. Leggono i numeri tatuati sulla pelle. Allez 531!, Courage 532! Le sommet à 200 métres! La sommet arriva, ma è ancora dura, in cima ci sono 3 km di falsopiano prima della discesa.

Il circo volge alla fine. Ma c'è ancora una prova. 531 e 532 stanno per arrivare. Il primo ha preso pure un carton noir: dovrà fare il tour de penalité perchè ad una rotonda, a causa di un'auto più lenta, ha fatto scia.
I due arrivano in zona cambio e si staccano le bici di dosso. Rimangono allineate insieme a tutte le altre macchine volanti, come in una specie di aeroporto.

Non c'è pace, non c'è pianura, anche a piedi salita. E' una gara da pellegrini più che da podisti. Chi parte forte esplode dopo un po'. Meglio andare a passetti e dare tutto alla fine. Sono due giri, due andate e due ritorni. La prima volta ti chiedi chi sei, se riuscirai a passare di lì ancora un'altra volta, se sarai lo stesso o un altro te.
Gli organizzatori ti gettano una spugna, te la passi sul viso, te la spremi in testa, sulle gambe. 531 e 532 s'incrociano dopo il giro di boa si tendono la mano.
Giù fino in fondo, sai già che risalire brucerà tutto ciò che ti resta. Il secondo giro rispondi alla domanda del primo: sono qui perchè mi voglio bene. Cazzo se mi voglio bene.
Intanto anche i giudici si ricordano di te: c'è sempre quella maledetta penalità da scontare, un birillo 200 m più in là del giro di boa. E vabbè, venga pure quella, io mi voglio troppo bene.

531 e 532 si incrociano di nuovo per strada. Stavolta mancano anche le forze per batter la mano. 531 è stanco, 532 gli urla di tenere duro. 532 conosce bene 531, da un punto in poi della loro vita, sono cresciuti fratelli.
All'arrivo c'è molta gente. Sono sconosciuti, ma sono felici. Hanno ritrovato 531 e 532: naufraghi tra gli incrociatori, gli asceti del Faron, i pellegrini di Tolone.

531: Giacomo Revelli 34° in 02:26:20.08
532: Stefano Vaglio 66° in 02:32:15.25

Gara vinta dal grande Olivier Marceau in 02:05:07.53

giovedì 14 maggio 2009

Non Più PerTerra... il triathlon del giorno dopo.

Cronache dall'XTerra Brianza di Emiliano Scandi

...dicono che nella vita, così come nello sport, tutto sia soggettivo... e quindi ciò che per me è assolutamente grandioso può non esserlo per qualcun altro….nello sport grandioso per me è finire una gara difficile, col sorriso stampato in faccia….grandioso è finirla sapendo di aver dato quello che in quel momento potevo dare…grandioso è finirla insieme ad un amico….e grandioso è sapere che nella stessa gara, quell’amico è andato forte come un treno…Chissà forse parlo così perché geneticamente non sono particolarmente dotato... O più semplicemente parlo così perché sarebbe triste ed estremamente riduttivo pensare ad una gara come l’Xterra dell’alta Brianza solamente in termini di distacchi e di posizioni.
...dicono anche che migliorarsi sia estremamente difficile…

Non nel mio caso, però, visto che per confermarmi avrei dovuto di nuovo forare e ritirarmi (ed a ciò ho ovviato mettendo i tubeless), per peggiorare dovevo non partire affatto da Ventimiglia...quindi non mi restava che migliorare.
Il mio Xterra Alta brianza, forse inizia proprio dove non era mai cominciato l’altro…ad Avigliana!!
Comincia dai racconti di Paolo, da ciò che ha vissuto nel tagliare quel traguardo e da ciò che ho vissuto io nel vederglielo fare…
E’ solo pochi mesi fa, però, a Celle Ligure, che l’idea di prendervi parte si materializza…
Lo fa con le parole del buon Borfiga , che da bravo ligure, spaventato nel dover viaggiare da solo, sostenendo per intero l’onere del viaggio in macchina, comincia ad adularmi, congratulandosi con me per l’ottimo piazzamento alla gran fondo ciclistica organizzata dalla Olmo, sostenendo che se avevo finito quella gara, e con 2 mesi ancora a disposizione, sarebbe stato “sicuramente” alla mia portata finire un Xterra!!
Ormai è andata, mi decido e do mandato di iscrivermi…

Solo quando il danno è fatto, Paolo forse si rende conto in che casino mi ha messo e cerca di correre ai ripari ordinando per me un libro che dovrebbe risolvere parte dei miei problemi, il titolo è tutto un programma : “Triathlon da campioni”…
Io vi assicuro l’ho letto tutto, ma resta il fatto che corro sempre un 10 mila in 48’ e nuoto sempre un 1500 in 27’ e quando (se) arrivo, Paolo è già sempre bello cambiato e profumato che mi aspetta………mah forse nel mio mancano delle pagine!!!
Comunque dai ormai è andata e il 10 maggio si avvicina….
Nel frattempo cerco un po’ di capire di che morte devo morire…
Il tracciato MTB viene definito da chi l’ha provato come “pornografico, vietato ai minori”…chiedo lumi a Paolo che minimizza il tutto dicendo che è solo un modo di dire tipico della zona…mah ..fidiamoci…

Previo parere favorevole delle nostre metà decidiamo di partire sabato, evitando così un’alzataccia mattutina il giorno della gara!!
Pernotteremo ad Albavilla…..anche perché l’alternativa è Erba!!!
Onde evitare inutili giri sulla tangenziale milanese, questa volta Paolo si munisce di GPS e alle 17 mettiamo piede sul suolo brianzolo con le nostre tute nuove di pacca…..
Da veri atleti non passiamo neanche in albergo, ma andiamo diretti a provare il famoso percorso pornografico…”stavolta neanche parto” mi dico e comincio a pensare ad eventuali scuse…..
Svanita con i tubbeless l’opzione foratura penso ad alternative credibili…
Percorriamo i primi 15 km del percorso……E’STUPENDO, bellissimo e soprattutto seppur duro è “fattibile”…
Andiamo in albergo, dove un “gruppo vacanze” ultra sessantenni ci scambia per dei calciatori senza veline, quindi doccia, pizza propiziatoria, e ninne con la pioggia che inizia a scendere…

Alle 2 del mattino Paolo mi dice che dormo come Evelina…non so se è un complimento, di certo
questo lo farà sentire a casa, però la cosa un po’ mi spaventa…..si inizia sempre così poi magari mi chiede un abbraccio!!
Alle 8.15 dopo una ricca colazione siamo i primi ed unici al ritiro pacchi gara…
Alle 8.25 siamo ancora i primi e sempre unici….
Lo siamo anche alle 8.40…
Alle 8.45 capiamo di aver sbagliato il posto….
Le procedure per gare con doppia zona cambio sono sempre un po’ più lunghe del normale, ma tutto procede regolarmente…..
Paolo giustamente mi fa notare che in un epoca di carbonio e titanio i grammi hanno una loro importanza nelle gare di endurance, e per questo in 3 ore va 3 volte al bagno ad alleggerirsi….nulla è lasciato al caso!!!
Poi mi sorprende…..
Memore delle mie lamentele nella passata edizione piemontese questa volta si presenta con dei dolcetti al cioccolato da condividere con me…..
Ne ho mangiato uno poco prima dello start……l’ho digerito a Masone, sulla strada di ritorno però era veramente uno spettacolo...(ci sarà qualcosa che il Borfiga fa male???? Chiederemo ad Eve)... Alle 12 come da programma parte la prima edizione dell’Xterra Alta Brianza.
L’acqua del lago è caldissima ed in 27’ sono di nuovo nella zona cambio…..Paolo chiaramente non lo vedo già più.
La starting list è di primissimo piano.
C’è De Faveri uno che è arrivato 20imo a Maui e sempre reduce dalle Hawai c’è Luca Molteni uno degli organizzatori e uno che su strada sembra quasi normale, poi lo vedi in MTB e ti viene voglia di chiedergli perché non toglie l’impianto frenante della sua bici, visto che non lo usa, ne guadagnerebbe in leggerezza…..gente fuori di testa o, come dice Paolo, gente che spegne il cervello.
I primi km sono tutti in un sottobosco da favola, che la pioggia del giorno prima ha reso ancora più suggestivo…mi guardo intorno aspettando di vedere la casa di Mago Merlino o il passaggio di qualche gnomo.
Ci sono dei tratti tecnici, prendo qualche rischio, ma non spengo il cervello….non mi corre dietro nessuno (anche perché la maggior parte dei partecipanti mi sono davanti)…
Sto bene e ho voglia di godermela sta gara…
L’organizzazione è straordinaria…ci sono persone ad ogni incrocio di sentieri (svanisce anche la possibile scusa di essermi perso tra i boschi) ed il percorso è stato studiato per darci di tutto un po’…
Discese tecniche, discese veloci, scalinate, radici, salite pedalabili e salite da far a piedi, ruscelli e single track…all’imprevisto ci ho pensato io!!!
Un Xterra non è tale senza un bella caduta e la mia lo è stata veramente…
Tra l’altro ho scelto un posto stupendo…l’intersezione di un sentiero con la statale ad alto scorrimento…quindi bellissima caduta davanti ad un attentissimo pubblico di automobilisti incaz*** !!
Mi è tornato in mente quando da ragazzino per fare il cretino sono caduto col motorino davanti alla scuola intera….
Un po’ tumefatto risalgo in bici e affronto la prima vera Salita del percorso…1km stile Roubaix con tanto di pavè e biscia che ti attraversa davanti……roba da rampichino!!
Discesa veloce e quindi ancora su a salire….stavolta neanche la tripla mi salva…scendo e spingo!!!
Dopo ogni salita c’è una discesa (tranne che in qualche gara in Francia) e quindi di nuovo giù ma
sull’asfalto…un discesone ripido dove il Borfiga stava quasi per rimetterci 3mq di pelle e lì sulla destra si nascondeva la mia “rampa di scale da fare 2 volte” (cosi c’era scritto sul sito)……
Le scale non le faccio neanche a casa a piedi figuriamoci se mi ci butto in bici…
Un giro nei vicoli del paese e quindi di nuovo su verso il cielo per una salita che veramente non finiva più...
Arrivo al T2 e lì in 2 passaggi mi arrivano 2 mazzate che avrebbero steso chiunque!!
Al primo giro Paolo che mi incita…..si ma lui aveva già finito.
Al secondo giro Ivan Risti ,elite/fotomodello del Triathlon Lecco, che si complimenta pubblicamente al microfono per il mio modo di correre prima di accorgersi imbarazzatissimo che sono ancora al primo giro e che di km ne mancavano ancora 5…
Ma com’è il detto- ciò che non ti distrugge ti fortifica…
Corro gli ultimi 10km in 48’ e per me, per come sto ora è veramente qualcosa di grandioso….
All’arrivo trovo Paolo che dopo essersi complimentato, si propone di sistemarmi la bici e mi porta tutto il necessario per la doccia… (prima mi dice che assomiglio ad Evelina, poi i dolcetti, ora è tutto premuroso…mah)
Paolo è li felice per il suo 11° posto assoluto e primo di categoria su 150 partenti, ma questo non fa più notizia…
Io sono ancora a 1000 per l’adrenalina…
Adrenalina che nel viaggio di ritorno, aiutata dal mitico Renato Zero (a proposito devo ricordarmi di farne una copia a Paolo) lascia posto ad una grande stanchezza fisica…
Il giorno dopo, al mattino, ancora nel letto e grazie anche a qualche segno visibile su gambe e braccia, rivivo tutta la gara…
E’ una sensazione strana…c’è malinconia…come la sensazione che si ha quando sta per finire l’estate!!
Sai che ce ne saranno delle altre, ma sai anche nessuna sarà come quella appena passata…
Il mio Xterra è iniziato più di 2 mesi fa ma ancora non è finito…

Per la prima puntata del Xterra di Emiliano cliccate qui





Il grande Molteni secondo solo a una leggenda come Defaveri.

lunedì 11 maggio 2009

Levanto: il mezzo Olimpico


Nella piccola baia di Levanto la domenica mattina, a maggio, regna una pace assoluta. Roba da dipinto: il mare è una tavola, qualche gozzetto rosso e blu torna con i paranchini pieni di stelle marine, i pini marittimi che nascondono le case del borgo.
Non è ancora stagione e di turisti, a parte qualche tedesco che sorseggia un cappuccino prima di inerpicarsi sui sentieri del Bardellone.
Nei bar qualche pensionato, mamme con i passeggini, incuriositi da tutte quelle biciclette nella piazza. Sono quasi 300, un bel colpo d'occhio.

Una cosa è certa, chi ha avuto l'idea di organizzare un il Triathlon Sprint Città di Levanto ha azzeccato tutto: il periodo, il meteo, la località e, soprattutto il percorso.

Del periodo abbiamo già parlato. Conosciamo tutti com'è la Liguria e passati i ponti del 1° maggio, diventa sempre più difficile convincere i comuni su che cos'è una gara di triathlon, fuguriamoci ad organizzarne una.

Per il meteo un po' di fortuna è quel che ci voleva dopo le ultime lavate: il sole è bello caldo e l'acqua a 18°, una pacchia rispetto ai 13° di St Raphael, ma anche ai 14° di Andora.

Sul percorso di gara è opportuno soffermarsi un pochino di più: ragazzi che roba! Già dal sito si capiva che doveva essere una gara selettiva: l'altrimetria elimina ogni dubbio a chi ha intenzione di fare scia o correre "all'italiana": la linea s'impenna fino al Km 12, poi si comincia a scendere. Arrivati a Levanto, montata la bici, marchiati e collocata la macchina da battaglia sulla rastrelliera (di quelle serie, su cui appogga la sella, non un paracarro) le voci hanno cominciato a rincorrersi: ragazzi, i km di salita sono 13-14. Ah, vabbè, una volta che ci sei. I primi due sono durissimi, pendenze al 10%. Ah, beh, tanto quest'anno il 26 non l'ho ancora messo, a che mi serve sennò? Ultima notizia: la salita è lunga 15 km. Eh no eh, adesso basta, partiamo subito, sennò qui finisce che facciamo una frittata colossale. Non a caso un certo dottor Bevilacqua, ha messo manifesti con il suo numero di telefono in giro.

Andiamo a provare i primi km del percorso. Tutto vero. C'è subito una rampa nel bosco. L'asfalto è ruvido e le ruote ti si incollano per terra. Se smetti di pedalare un attimo ti fermi.

Il tracciato del nuoto è ottimo. Una sola boa da tenere a destra e arrivo. Intelligente e razionale. Inserito, tra l'altro, in una cornice di pubblico incredibile sul lungomare. Purtroppo niente partenza unica. Le regole Fitri, forse ispirate dal Vaticano, impediscono di mescolare uomini e donne. Solo i master sono considerati transgender o (in climaterio) e vengono fatti partire con le donne. Tutti gli altri uomini, sono divisi ulteriormente in due batterie a 5 min una dall'altra a spese della voce del povero organizzatore che deve sgolarsi per dividere gli atleti. Sì, perchè adesso si fanno anche delle grigliate a seconda del pettorale, così quando parti quelli dietro ti saltano addosso con la rincorsa, una bella zuppa (a pochi km, a Camogli, c'era la famosa sagra del pesce, sembra di sentire l'odore).

Usciti dall'acqua c'è il problema delle rampe e della salita. La prima è davvero dura. Chi ha deciso di montare il 10 rapporti può benedire quel giorno. Se non metti il 26 le gambe ti diventano dei pestelli per il pesto. Poi c'è un falsopiano che puoi fare anche con il rapportone, ma stando bene attento perchè la seconda parte della salita è in agguato. Ad un certo punto c'è una svolta secca: una rampa che sarà al 15%. La bici impenna, comincia un concerto di corone, catene, denti e deragliatori. I molti toscani presenti in gara imprecano come solo loro sanno fare. Si prosegue fino alla Foce del Bardellone. Ma non si tratta dello sbocco di un fiume, per tornare giù c'è tempo, è il punto in cui i cieli delle due valli si congiungono. Un panorama mozzafiato, vale la pena di bere un sorso dalla borraccia e guardare giù. Le vertigini non sono dovute all'altezza, ma alla salita.

La discesa è veloce e tecnica, bisogna stare all'occhio, per fortuna gli organizzatori se non hanno chiuso il traffico lo hano limitato molto e non si incontrano molte auto. Alla fine i km totali sono 26.

Arrivati giù, ci sono ancora 5 km da fare a piedi. E NON sono facili. Si parte tranquilli, fino ad una scalinata di mattoni che sale a zig zag tra i gelsomini. E' affollatissima di triathleti che soffiano nelle loro lingue. Il tutto da ripetersi due volte, please. Adesso capisco la pubblicità del dottor Bevilacqua, sono sicuro che qualcuno sarà andato a farsi come minimo un elettrocardiogramma.

Davvero complimenti a quelli free style triathlon. Gara pura, senza inganni, al pari e superiore ad alcune oltralpe. Hanno inventato una nuova misura: il mezzo olimpico.

I cinghiali sono andati benissimo, ma un plauso su tutti va alle ragazze: Greta e Stefania (più la cinghiala del Riviera, Micol) hanno dimostrato di soffrire sui tornanti italiani come su quelli francesi. Dopo Levanto ormai non temono più nulla!

Classifica qui

foto di gruppo dopo la gara (grazie Martina)

Un'immagine storica: il cinghiale Marco Faggiani al cambio del nuoto

martedì 5 maggio 2009

Andora: classica di inizio stagione

Arriva il primo Maggio e come per incanto, complici una festa dei lavoratori perfettamente incastrata in calendario ad aprire un lungo week-end e il richiamo del triathlon, si dimenticano temperature non ancora "estive", e percorsi non proprio "mozzafiato", facendo registrare quasi 700 iscrizioni al Triathlon Sprint di Andora. Un'enormità che ancora oggi, giunto alla mia quarta esperienza, fatico a giustificare.
Non che Rista e compagni non meritino certi numeri, anzi a loro vanno i miei complimenti per essere riusciti a gestire una tale massa di atleti, e soprattutto per aver cercato di migliorare alcuni aspetti che, nella scorsa edizione, erano stati oggetto di critica anche da parte nostra, ma personalmente continuo a non capire..
Come continuo a non spiegarmi alcune scelte, quantomeno discutibili e mi faccio delle domande per le quali non trovo risposta..Perchè, tolte donne e amatori, dividere il resto dei partenti in due batterie di NON pari numero? 170 in prima batteria con gli Elite, in base al rank e poi tutti gli altri..come se gli Elite o i più bravini abbiano problemi in una partenza affollata, o sia il caso di agevolarli..o come se gli "nc" o chi non ha maturato un buon rank, invece si meritino qualche difficoltà in più..

Ma la voglia di buttarsi nella mischia, di misurarsi con gli altri e con se stessi, dopo mesi di "astinenza", è troppo forte..e i giorni prima c'è perfino un po' di emozione..che bello!..un po' come il primo giorno di scuola; un buon segno, il giorno che non avrò più certe emozioni forse sarà giunta l'ora di cercarne altre!

I cinghiali non sono al gran completo, per nostra fortuna il calendario oltre frontiera ci permette ampia scelta, soprattutto in questo periodo.
Siamo comunque un bel gruppetto a rappresentare il "Stmt team", c'è il grande ritorno di Marco, "uno di quelli buoni", ci sono Greta e Stefania a rappresentare il gentil sesso, i "colleghi" Ivan e Domenico, il "70.3 finisher 08" Erik che accompagna Brandon, un amatore nel triathlon, ma "Campione del Mondo" in moto, che indosserà la divisa Ponentina, Alessio ed io, che nella pizzata serale post gara, sottolineremo quanto si sentisse l'assenza di due nostri pilastri; Claudio e Valmer, "vacanze" finite, il branco vi reclama!

La gara, come già detto a molti, non è una di quelle che mi ispira poesia, per carità, mi son divertito, tutto è filato liscio, ho portato a casa un buon risultato, e abbiamo concluso la giornata con le gambe sotto il tavolo davanti ad una pizza ed una birra in amicizia; come inizio di stagione non c'è male.
A Levanto il prossimo week-end saremo circa lo stesso gruppetto con l'inserimento di qualche altro cinghiale d.o.c, speriamo nello stesso epilogo e in un po' più di poesia ;)

Classifiche uomini

Classifica donne.

"I SUPER GIOVANI"


Mini sprint a Roquebrune: sole, mare mosso e salita.
Il giorno è quello giusto per vedere se dopo il lungo rodaggio il motore riesce ad andare anche fuori giri. Le intenzioni sono buone, ma nel momento in cui sento lo speaker pronunciare il mio nome al microfono sottolineando la posizione fatta una settimana prima a St. Raphael (in quella che per loro viste le condizioni climatiche è già diventata una gara mitica), capisco di essere nel posto giusto, tra gente che anche se non capisco ciò che dice so che parlano la mia stessa lingua, un idioma fatto di bracciate pedalate e passi.
La gara è velocissima in poco più di 41 minuti mi scorrono tra le mani e sotto i piedi 400metri di nuoto 10 chilometri di bici e 3 di corsa, esco dall’acqua terzo finisco la gara secondo.
Non ci sono tante cose da pensare o da ricordare in un supersprint, ma ho come delle foto impresse nella memoria.
Un solo nuotatore una cinquantina di metri davanti a me (e speriamo che non pedali come nuoti);
Due braccia a cui sembra si siano scordati di mettere i bicipiti che stringono con forza il manubrio (cavolo due braccia così in salita vanno fortissimo);
Un folletto ( a cui sono attaccate le braccia) che come le strada si impenna si alza sui pedali e non si siede più (una parola mi viene in mente e la voce è quella di Cassani durante una delle tappe del Tour “danceur”);
Un viso poco prima del giro di boa è quello di un bambino! (Chi sa se un giorno guardando la televisione potrò dire: cavolo quando quello lì ha vinto la sua prima gara io ho fatto secondo).
Ma ci sono anche due sorrisi: quelli di Yann e di Daniele che hanno concluso il loro primo triathlon, di Ivan che ha riscattato il gelo patito domenica scorsa con un buon 25° posto e di Giacomo che conclude 7° (primo senior).
Gara corretta, organizzata bene e senza tante musse. Due le due zone cambio, sulle rastrelliere solo il necessario. Si arriva su a Gorbio: si posa la bici e trovi le scarpe in un sacchettino nero con sopra il tuo numero, impossibile sbagliare.
Che bello sarebbe organizzarne una così dall'altra parte della frontiera...



Il podio.
Giacomo in ottima compagnia